Coronavirus Rovigo, bimbi cinesi lasciati fuori dalla scuola

I due ragazzi erano appena rientrati dalla loro patria, le famiglie dei compagni di classe insorgono. L’Usl decide di farli stare a casa

I bambini sono tornati dalla Cina da 11 giorni

I bambini sono tornati dalla Cina da 11 giorni

Rovigo, 31 gennaio 2020 - Due bambini cinesi residenti a Canda sono stati protagonisti, loro malgrado, di una storia di ansia collettiva durata sei giorni e terminata ieri. Sono nati a Treviso ma negli ultimi tempi hanno vissuto dai nonni in Cina, a Canton. I loro genitori, che vivono in Veneto da tanti anni, si erano trasferiti a Canda, in Polesine, per gestire un bar. Il ricongiungimento era previsto da tempo e i bambini erano attesi alle elementari di Castelguglielmo da lunedì.

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Canton e Wuhan, il luogo dove ha iniziato a diffondersi il Coronavirus che fa paura un po’ ovunque, distano circa mille chilometri, come Rovigo e Parigi. Alcune famiglie di Canda che hanno i figli alle elementari di Castelguglielmo hanno saputo che i due bambini cinesi avrebbero cominciato la scuola lunedì e si sono preoccupate. L’ansia è stata riversata nelle chat whatsapp di mamme e papà sabato pomeriggio ed un insegnante ha contattato il sindaco di Canda Alessandro Berta.

I fratellini erano tornati in Italia già da 11 giorni e stavano bene, nessun sintomo. Dunque non c’era da preoccuparsi secondo Berta. Le mamme sembravano essersi calmate ma la domenica le chat hanno ricominciato ad esplodere. Nel frattempo era stato contattato anche il sindaco di Castelguglielmo, Maurizio Passerini. Canda ha 900 abitanti, Castelguglielmo 1.500 circa. La domenica il dirigente scolastico Amos Golinelli ha parlato con Berta che ha chiamato il prefetto Maddalena De Luca. Dopo una telefonata a tre fra Berta, il prefetto e il capo di gabinetto Giuseppe Dirodi, è stato deciso di coinvolgere direttamente il direttore generale Fernando Antonio Compostella che naturalmente si è rivolto alla responsabile di malattie infettive, Margherita Bellè, la quale, nel quadro che le era stato presentato, non ha ravvisato rischi.

Compostella ha però gestito la situazione con esperienza da politico navigato. Ha optato per mettere in quarantena i bambini scegliendo, in assenza di protocolli su questo virus, di agire come nel peggiore dei casi: la Sars. "Abbiamo deciso di chiedere alla famiglia di tenere i figli a casa ancora un paio di giorni per arrivare a 14, come prudenza estrema ma non c’è mai stato alcun rischio vero e proprio", aveva spiegato Compostella martedì. "I bambini sono stati visitati dai medici dell’Usl prima di farli tornare a scuola e stanno bene, era stato emesso il certificato — ha precisato Passerini che è un medico —. Io in realtà un po’ preoccupato, lo ero perché questo virus lo conosciamo poco quindi la precauzione è d’obbligo.

È vero che loro arrivavano da una zona distante mille chilometri da Wuhan però è sempre meglio essere cauti in casi come questo. Ora c’è il certificato dell’Usl e dobbiamo stare tranquilli, se non ci fidiamo delle nostre istituzioni è finita". Infatti i due alunni cinesi sono entrambi andati in classe ed hanno cominciato le lezioni. Ieri a Castelguglielmo, per raccontare questa storia, sono arrivate le telecamere delle televisioni. "Ma di fronte ai cancelli c’ero soltanto io — ha detto Berta — sono state contattate tutte le mamme perché venissero a riferire cos’era s uccesso ma non si è presentata nessuna". L’ok dell’Usl non ha comunque tranquillizzato tutti, c’è chi si è rifatto vivo in cerca di nuove rassicurazioni ma oggi è già il secondo giorno di scuola per i due bambini cinesi di Canda.