Coronavirus Rovigo, contagiati altri due infermieri

Sono in quarantena nelle loro abitazioni. Eseguiti mille tamponi al personale dell’azienda Usl che conta 3mila dipendenti

Coronavirus, aumentano i contagi a Rovigo (Foto Donzelli)

Coronavirus, aumentano i contagi a Rovigo (Foto Donzelli)

Rovigo, 29 marzo 2020 - «Le zanzare non sono veicolo di infezione per quanto riguarda il Coronavirus". Lo ha assicurato ieri il direttore generale dell’Usl 5 Fernando Antonio Compostella, dopo aver spiegato che a breve partirà la disinfestazione con il versamento dei prodotti anti larvali nelle caditoie e nei ristagni d’acqua per la prevenzione contro il proliferare della zanzara culex (cioè quella comune), vettore del virus West Nile che nel 2018 ha contribuito al decesso di diversi polesani già affetti da altre patologie.

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Compostella ha risposto alla preoccupazione che si stava diffondendo nei giorni scorsi in vista dell’estate, cioè che le zanzare oltre al West Nile potessero tramettere anche il Coronavirus rendendo quasi inutile lo sforzo di 230mila polesani chiusi in casa per bloccare il contagio. L’anno scorso non ci sono stati morti a causa della West Nile perché in primavera, sotto il coordinamento di Usl e Regione, nei Comuni è stata fatta la disinfestazione sistematica preventiva. "È già stata dato l’affidamento del servizio alle stesse ditte dell’anno scorso che partiranno con i trattamenti appena sarà il momento opportuno ma a breve", ha spiegato Compostella. Per quanto riguarda il Coronavirus la novità rilevante che ci sono altre due infermiere positive in servizio negli ospedali.

Una si è contagiata in ambito domestico, l’altra ha contratto il virus lavorando, quindi a contatto con pazienti e colleghi. Il conto complessivo tra gli operatori dell’azienda sanitaria sale a 5 di cui 2 infermieri di urologia ed un operatore della riabilitazione di Trecenta. Degli ultimi due contagiati non è ancora stata fornita, in via ufficiale, l’informazione sul reparto in cui lavoravano fino all’isolamento domiciliare al quale ora sono costretti così come tutti i colleghi nella loro condizione. Ma i nuovi positivi al Coronavirus emersi ieri sono 5, oltre alle 2 infermiere, ci sono una 32 enne che opera in una struttura per anziani nel Padovano. È residente nel Padovano ma domiciliata a Rovigo. Poi un uomo di 41 anni che è venuto a contatto con un contagiato per motivi di lavoro. È residente fuori regione ma domiciliato in Basso Polesine. Il terzo è una giovane donna di 25 anni residente nell’Alto Polesine.

"Sono tutti in isolamento domiciliare" ha detto Compostella. Per quanto riguarda i mille tamponi eseguiti sul personale dell’Usl 5, che conta 3mila dipendenti, circa 50-70 sono ancora senza esito. I positivi sono 5. Compostella ha detto che ieri chirurgia vascolare e urologia (dove erano stati riscontrati dei contagi) erano già state sanificate, ieri sera doveva terminare la sanificazione di chirurgia generale quindi domani il lavoro riprenderà in tutti i reparti. "Sul San Luca sta procedendo lo svuotamento, abbiamo liberato buona parte della struttura che sta funzionando come ospedale Covid — ha detto —. Sono stati studiati tutti i percorsi del personale e dei pazienti quando vengo trasferiti da Rovigo o arrivano da altre situazioni in entrata e in uscita differenti per garantire la sicurezza". La conferenza si è chiusa con una polemica nei confronti della Cgil. Queste le parole del direttore generale: "Mi tolgo il sassolino. La Cgil si arroga il merito di aver fatto attivare la valutazione all’ingresso degli ospedali di Adria e di Rovigo, con la misurazione della temperatura e la fornitura della mascherina per i visitatori. Sono contento che la Cgil sia soddisfatta ma è stata voluta e attivata dall’azienda questa procedura".