Coronavirus Rovigo 10 marzo, 4 nuovi casi. Il bilancio sale a 12

I 50 sindaci del Polesine scrivono una lettera ai cittadini. "Vinceremo questa prova"

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Rovigo, 10 marzo 2020 - Balzo da sette a undici casi in Polesine, si allarga il contagio. Tutti gli ultimi  pazienti hanno avuto contatti fuori dalla nostra provincia. Si tratta di una donna, 53 anni, e residente nel Medio Polesine, che ha avuto contatti nel bolognese. Contagiati anche due religiosi, di  40 e 76 anni, che hanno preso parte ad un evento religioso a Camposampiero  (provincia di Padova). Il quarto, un uomo, 56 anni, abita in provincia. Quest'ultimo ha avuto contatti in Emilia Romagna e nelle Marche per motivi di lavori. Sono 120 le persone in quarantena.

Coronavirus, ieri sono scattati i controlli dei vigili urbani sul ponte sull’Adige a Boara Polesine, zona di confine con la provincia di Padova che è stata considerata zona rossa. 

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"Vinceremo questa prova", così i cinquanta sindaci del Polesine si sono rivolti con una lettera ai cittadini. "Viviamo giorni complicati e situazioni sconosciute – recita la missiva – per il nostro moderno modo di vivere. Solo dentro tutti noi possiamo trovare la forza per contrastare questa emergenza, che sta impattando sulle nostre vite. Se è vero che spetta alle istituzioni fornire regole e raccomandazioni, suffragate dalla scienza, è altrettanto vero che spetta ad ognuno di noi trasferire nella quotidianità abitudini e comportamenti conformi ai dettami ufficiali e al semplice buon senso. Evitiamo luoghi affollati, teniamo le mani pulite, evitando anche le strette di mano e gli abbracci nei saluti, manteniamo un livello igienico attento e rispettoso verso noi stessi e verso gli altri".

I sindaci si rivolgono anche agli anziani: "Aiutiamoli, in questo momento sono la categoria maggiormente esposta, sostituendoci a loro nello svolgere commissioni varie o piccoli incarichi affinché non siano obbligati a correre rischi inutili, ad esempio uscendo di casa per andare in luoghi affollati come negozi o uffici. Comprendiamo la difficoltà delle famiglie che devono gestire bambini e ragazzi costretti a casa dalla sospensione delle lezioni scolastiche. E’ un provvedimento drastico, ma necessario per preservare la loro salute, perché non possiamo permettere il contagio e i suoi rischi anche tra coloro che incarnano il nostro futuro. Ringraziamo tutte le associazioni sportive che rinunciano ad allenamenti e gare, ad abitudini ed entrate economiche, pur di combattere la diffusione del contagio". I sindaci ringraziano i commercianti e gestori di locali che organizzano correttamente, rispetto le prescrizioni, il servizio ai clienti, anche affrontando minori entrate. "Esprimiamo un ringraziamento alle istituzioni sanitarie del Polesine – sottolineano – che in passato hanno sopportato, a volte, critiche e che oggi offrono un servizio di qualità e dedizione, grazie a medici, infermieri e operatori, sempre vicini a pazienti e familiari".

I sindaci lanciano un appello: "Vinceremo anche questa prova. È nei momenti più confusi che vengono alla luce la solidarietà e la capacità di mantenerci uniti e di lavorare per un obiettivo comune. Questi sono i valori che ci contraddistinguono come donne e uomini di buona volontà, valori che ci porteranno, superata la situazione critica, ad uscirne migliori come persone e più forti come comunità".

Ieri, nella tarda mattinata, prefetto, sindaci e i vertici dell’azienda Usl si sono riuniti in cittadella per il punto della situazione, ormai quotidiano. Antonio Compostella, direttore generale dell’Usl 5, ha precisato: "La 70enne di Adria era stata al pronto soccorso della città etrusca pochi giorni fa, per questo la ventina di persone che sono venute a contatto con lei sono state poste in isolamento domiciliare. Altri venti operatori vivono nelle stessa situazione a Rovigo, abbiamo pertanto dovuto riorganizzare l’attività. Il pronto soccorso di Adria rimane attivo, grazie al sostegno di alcuni colleghi di chirurgia. Questa settimana e la prossima arriveranno 11 infermieri per potenziare l’organico". "Bisogna evitare gli spostamenti inutili – afferma il prefetto Maddalena De Luca –, si tratta di una misura che comporta sacrificio, ma ognuno deve essere responsabile".

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