Coronavirus Rovigo, muore un altro anziano. Compostella: "Non ancora fuori dal picco"

Era ricoverato nell’ospedale San Luca di Trecenta. Altri sei contagi nella casa di riposo Sacra Famiglia a Fratta Polesine

Il direttore generale dell’Usl5 Antonio Compostella "Non siamo ancora fuori dal picco"

Il direttore generale dell’Usl5 Antonio Compostella "Non siamo ancora fuori dal picco"

Rovigo, 5 aprile 2020 - Agostino Mestieri è morto venerdì nel tardo pomeriggio all’ospedale San Luca di Trecenta dove era ricoverato tra i pazienti in cura perché positivi al Coronavirus. La sua situazione clinica era già grave prima che contraesse il virus Sars-Cov-2 che provoca la malattia respiratoria chiamata Covid-19. Aveva 69 anni, era di Bagnolo di Po, lascia la moglie Mirella e due figli. Aveva gestito con la moglie un negozio di generi alimentari a Bagnolo che qualche anno fa la coppia aveva chiuso. Si tratta della settima persona positiva al Coronavirus dall’inizio della pandemia negli ospedali della provincia (non fanno parte del conteggio i polesani morti in altre aziende sanitarie, sono stati almeno tre). Il numero di contagiati da inizio pandemia è di 188.

Rispetto al giorno prima, ieri il direttore generale dell’Usl5, Antonio Compostella, ha comunicato che si sono aggiunti un uomo di 65 anni del Medio Polesine e 6 alla casa di riposo Sacra Famiglia di Fratta dove nei giorni scorsi erano già stati riscontrati 33 positivi tra operatori, anziani ospiti e disabili in una struttura dove gravitano 260 persone tra anziani, disabili e operatori. "L’isolamento con ospiti con disabilità psichica, come quelli presenti a Fratta, è difficilmente eseguibile per le problematiche stesse degli ospiti. È stata una scelta ponderata quella di non spostarli in altre strutture, sarebbe stato ancora più difficile gestirli in una struttura nuova rompendo le abitudini dei pazienti stessi — ha precisato il direttore generale — la task force aziendale è presente nella struttura quotidianamente. La situazione è completamente differente da quella che si è presentata a Merlara. È stato messo in atto un isolamento preciso e puntuale, grazie all’azione congiunta della task force aziendale e della direzione della struttura". Ormai l’ospedale di Trecenta è quasi diventato l’unico riferimento Covid. Su 41 ricoverati in provincia uno soltanto è in malattie infettive a Rovigo, tutti gli altri sono al San Luca, 11 dei quali in terapia intensiva (tra di loro anche un mantovano che prima era ricoverato in Lombardia).

Sono invece 600 le persone a casa in sorveglianza attiva. Il totale dei guariti, da inizio pandemia è salito a 18. Prosegue l’attività di esecuzione dei tamponi su due fronti: casi sospetti (circa 30-40 casi al giorno) e screening dei dipendenti dell’Usl5 e di altri enti e strutture in prima linea. Sull’analisi sierologica l’azienda ieri ha spiegato che "i test rapidi non sostituiscono il tampone ma aiuteranno nell’eseguire i tamponi in maniera mirata. Sono uno strumento prezioso". L’utilizzo è iniziato venerdì. "Non siamo fuori dalla situazione acuta. Il rispetto di tutte le norme è fondamentale specialmente in questo momento", ha concluso Antonio Compostella. © RIPRODUZIONE RISERVATA