Rovigo, crisi idrica: Raito “rivedere le norme sui dissalatori”

A dirlo è il presidente del Consiglio di Bacino Polesine Leonardo Raito

Leonardo Raito

Leonardo Raito

Rovigo, 21 luglio 2022 - La drammatica crisi idrica che stiamo vivendo, dimostra in modo chiaro come sia necessaria una politica degli appovvigionamenti più diversificata e seria. Il presidente Raito spiega che: “Se fino a quest’anno non avevamo mai pensato a una situazione sistematica di sofferenza rispetto alle scorte e alla rigenerazione della risorsa acqua, il caldo torrido del 2022 unito a una cronica assenza di precipitazioni ci sta mettendo ormai davanti a un problema concreto connesso ai cambiamenti climatici.

È per questo che diventa doveroso esplorare strade e strategie nuove, senza dover essere costretti a metterle in campo solo in connessione alle emergenze. In Polesine, per esempio, a fronte della risalita del cuneo salino giunta quasi alle pompe di pescaggio dell’acquedotto di Ponte Molo, che serve i territori del delta, la puntuale azione di Acquevenete ha portato al noleggio e all’installazione di un dissalatore che consente, grazie all’osmosi inversa e alle membrane osmotiche, la separazione del sale dall’acqua, rendendola completamente priva di sali minerali e quindi potabile. In Israele, ad esempio, il 35% dell’esigenza di acqua potabile è coperta grazie all’uso dei dissalatori, che abbinato a un riutilizzo della risorsa, soprattutto in agricoltura, dimostra come sia possibile una politica responsabile di utilizzo dell’acqua”.

Il presidente del consiglio di Bacino Polesine, Leonardo Raito aggiunge come: “Anche in Spagna negli ultimi anni impianti di dissalazione sono stati installati e utilizzati nelle regioni che, già da tempo, stanno vivendo le problematiche con cui stiamo facendo i conti oggi. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non che ecco che il Parlamento italiano vara la legge 'salva mare', un provvedimento che, pur nei nobili principi che incarna, prevede, nella classica confusione normativa all’italiana, una norma che rende più complessa la realizzazione e l’installazione dei dissalatori, soggetti a Valutazione impatto ambientale nazionale, con fortissime restrizioni in merito agli scarichi del residuo post dissalazione. Il tutto quindi, lasciato a una burocrazia più stringente e che renderebbe difficile la programmazione di investimenti anche dopo aver toccato con mano le problematiche dell’emergenza. Almeno-conclude Raito-che non si consideri questa crisi come un brutto sogno da cui ci risveglieremo presto, sarebbe necessario che il legislatore ponesse rimedio ai difetti della norma”.