Dal cioccolato al culto islamico, l’ex fabbrica cambia tra le proteste

Nella zona Marchefave sorgerà un centro culturale e religioso. È data per sicura la modifica di destinazione d’uso

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Da fabbrica di uova di cioccolato a luogo di culto islamico. Erano i primi anni ’90 del secolo scorso quando un gruppo di artigiani e piccoli imprenditori locali decidono di mettersi insieme e di far nascere il Cipal per realizzare in zona Marchefave un gruppo di aziende, un blocco di nove aziende in una zona vicina alla strada regionale, allora statale 499. In questi 27 anni qualche azienda ha cambiato proprietà e ultima a chiudere è stata l’azienda che produceva soprattutto uova di cioccolato e altri dolciumi a base di cioccolato. Un’azienda di eccellenza che come ultima produzione può vantare di aver realizzate le uova di cioccolato, volute dall’amministrazione comunale in carica, avvolte nella carta che riproduceva palazzi lendinaresi ed altre bellezze cittadine.

Nonostante l’iniziale successo, l’attività non ha retto, chiudendo negli ultimi anni. Il fabbricato è stato quindi messo in vendita e, voci sempre più insistenti, danno per certo sia stato rilevato ipotizzandone la trasformazione in centro culturale islamico più comunemente, dal popolo, definito come "mecca", con o senza minareto.

Il fabbricato sarebbe già stato, quindi, venduto e ai competenti uffici comunali sarebbe già pervenuta la richiesta di modifica della destinazione d’uso, come previsto dalle norme urbanistiche. Della questione moschea se ne è spesso occupato il consiglio comunale: l’ultima volta nel giugno 2020 per una mozione presentata dal consigliere comunale di minoranza, Fabrizio Pavan. Il consiglio comunale di giugno dello scorso anno fece registrare un lungo dibattito, in cui molti consiglieri si trincerarono dietro al dato che nessuna richiesta era stata formalmente inviata agli uffici comunali.

In quel consiglio comunale il sindaco lamentava di aver letto "titoloni sulla stampa", ribadendo "la volontà di mettere un un condizionamento su questa possibilità". A distanza di poco più di un anno il sito sembra essere stato individuato e la richiesta di modifica di destinazione d’uso pervenuta negli uffici comunali e, quindi, chi di competenza dovrà decidere se autorizzare o meno la moschea nella zona produttiva ex Cipal.

Clara Grossi