Rovigo, "Il mulino mi cade in testa"

Donna vive a due passi dalla struttura abbandonata

Silvia Panziera, 64 anni

Silvia Panziera, 64 anni

Rovigo, 30 settembre 2018 - Silvia Panziera, 64 anni, vive sola in un appartamento a Salara. E’ pensionata e, tutto sommato, la sua potrebbe essere considerata una vita tranquilla. Giornate scandite dalla regolarità dei rapporti interpersonali che caratterizzano la quotidianità in un piccolo paese. Da qualche tempo però questa donna deve fare i conti con una situazione che al momento dell’acquisto della casa davvero non aveva considerato possibile. L’appartamento, due piani in via Cesare Battisti, è adiacente al vecchio Mulino Mazzola, una costruzione da anni abbandonata.

«La struttura del mulino – racconta – è stata acquistata da un nuovo proprietario e da allora è lasciata irrimediabilmente al proprio destino. Ci sono problematiche strutturali fino all’incuria dello spazio verde». Silvia Panziera è stata costretta a sostenere spese non indifferenti per mettere in sicurezza la propria casa. «Le strutture portanti degli edifici adiacenti al mio appartamento – afferma – hanno provocato danni strutturali e sono stata costretta a porre rimedio a mie spese, in particolare dopo le scosse di terremoto del 2012. Nello spazio verde antistante la struttura ci sono animali di ogni genere. Ratti, bisce, zanzare simili a elicotteri per dimensioni e ogni tipo di insetto. Per quanto posso cerco di ripulire, risanare e sistemare il più possibile ma essendo una proprietà privata non mi posso spingere oltre uno spazio molto limitato». A questo si aggiunge il deprezzamento dell’immobile che Silvia Panziera, stremata, ha intenzione di mettere in vendita.

«Io qui sto bene – racconta –. La casa è stata pensata a mia misura, ci vivo alla grande e non sono così convinta di lasciarla, ammesso ci sia qualcuno disposto ad acquistarla. Però francamente è una situazione quasi insostenibile, possibile non si riesca a fare niente? Ho fatto presente la situazione al sindaco ed ai vigili del fuoco. Più di tanto non possono fare proprio perché dietro al cancello è proprietà privata. Ma così è un calvario. E non mi sta bene». Silvia Panziera continua la sua personale battaglia. Nel frattempo spende soldi, non è tutelata e probabilmente, in questa situazione, difficilmente riuscirà a trovare acquirenti disposti a rilevare un immobile con queste problematiche sul groppone. La richiesta di Silvia Panziera, nell’anno di grazia 2018, un periodo storico regolato da internet, dai social network, dalle informazioni a disposizione di tutti, è tanto semplice quanto, solo apparentemente, banale. «Voglio capire – il suo appello – se è possibile sollecitare un intervento, istituzionale o privato, per risolvere, serenamente, questa situazione. Sono una cittadina di un comune, sono cittadina italiana, sto pagando per colpe non mie e davvero non posso credere non si possa fare niente». Se poi non succederà niente Silvia Panziera se ne farà probabilmente una ragione. E’ una donna mite, ma nessuno potrà toglierle il diritto e la libertà di dire a tutti che il menefreghismo l’ha colpita nell’intimo, nel personale, in quello che per tutti, da sempre, il santuario laico della persona: la propria casa e la, inviolabile, serena quotidianità.