Rovigo, Domingo verso il futuro con le biciclette

Da clochard ad artigiano, scappa dal Venezuela e riesce ad aprire un’officina per riparare le due ruote: "L’Italia, grande opportunità"

Domingo Gatti, 53 anni, durante il taglio del nastro dell’officina

Domingo Gatti, 53 anni, durante il taglio del nastro dell’officina

Rovigo, 24 ottobre 2019 - La Ciclofficina di via Cavallotti ha riaperto ieri, ha cambiato sede ma si è spostata solamente di qualche numero civico. Ora è al numero 24. È cambiato tutto all’interno però a partire dal gestore che si chiama Domingo, 53 anni, venezuelano scappato dal suo Paese e dalla presidenza Maduro l’anno scorso.

«Avevo un’attività nel campo dell’edilizia con dei dipendenti ma lo Stato si prende tutto, non avevo più nulla e ho dovuto andarmene, era l’unica scelta — ha raccontato ieri Domingo Gatti —. Mi nonno era italiano, mio padre anche, per questo anche, sono arrivato l’anno scorso a marzo a Bari perché ho dei familiari ma non trovando un’occupazione mi sono spostato a Rovigo dove mi avevano parlato di un’opportunità in fonderia». Infatti ha lavorato per un periodo breve, con un contratto a termine, nella fonderia di viale Delle Industrie.

«Poi però il contratto non è stato rinnovato, mi hanno spiegato che non c’era possibilità, che avrei dovuto aspettare tempi migliori e mi sono ritrovato a dover chiedere ospitalità all’asilo notturno di Arcisolidarità per avere un tetto sotto il quale dormire — ha proseguito Domingo —. L’incontro con Donata Tamburin per me è stato importate perché non ho trovato solo un tetto ma una mamma, una famiglia e tanti amici. Parlando con lei ho scoperto l’esistenza di questa officina per biciclette ed io le ho detto che sono in grado di riparare le biciclette e lei mi ha dato questa possibilità». Ora Domingo non dorme più all’asilo notturno, in una piccola laterale tra Corso del Popolo e via Cavallotti. Adesso è sistemato a Granzette in uno degli appartamenti che Arci Solidarietà di Donata Tamburin mette a disposizione delle famiglie bisognose, italiane o straniere che siano. «Qualche mese fa mi hanno raggiunto mi moglie e mio figlio — ha raccontato Domingo —. Ora siamo qui tutti insieme e spero di far crescere quest’attività e di ampliarla».

Il figlio Francesco si sta inserendo, va a scuola ed ha iniziato a fare attività sportiva allo Skating club di Rovigo, società che vanta non soltanto un numero molto alto di iscritti ma anche tanti giovani atleti che si fanno valere sulle piste di tutta Italia. Ieri al taglio del nastro rosso che è stato tirato sulla porta dell’officina per bici, al civico 24 di via Cavallotti, c’erano anche la moglie di Domingo, Yasmira, suo figlio, Donata Tamburin e i volontari dell’associazione. Dal Venezuela a Rovigo è arrivato dunque un cinquantenne in fuga da un Paese diventato per lui impossibile che dell’Italia ha un’immagine molto positiva. «Gli italiani dicono che si sta male e che non si trova lavoro invece bisogna avere voglia di lavorare, di sviluppare qualcosa, di fare — sostiene Domingo —. Io sono ingegnere, non posso fare il mio lavoro qui ma se ho bisogno perché ho una famiglia da mantenere faccio qualsiasi cosa per tirare avanti. Bisogna avere volontà».

Parla con il sorriso sulle labbra di un uomo che si sta risollevando piano piano da una situazione difficile, che ha riunito la famiglia e che vede nel capoluogo del Polesine un’occasione importantissima. Dopo il taglio d el nastro un gruppo di ospiti e amici ha brindato aprendo qualche bottiglia di bibite analcoliche, mangiando un po’ di salatini e panettone. All’interno del negozio, allestito ad officina, ci sono tre stanze. Nella prima, l’ingresso, due rastrelliere per biciclette piene di mezzi riparati e pronti ad essere utilizzati, sulla destra un piccolo ambiente arredato ad ufficio. Sul retro della stanza principale un altro ambiente dove ci sono gli attrezzi per la riparazione, cacciaviti, bulloni e tutto il necessario. Il vero e proprio laboratorio dove Domingo sistema le tante bici che arrivano, spesso dalla stazione dei treni, depredate di qualche pezzo, rotte o bucate. «È stato mio nonno ad insegnarmi a riparare le bici, era italiano, come mio nonno», dice Domingo ricordando il passato.