Rovigo, donna con proiettile in testa. A sparare il figlio di 8 anni. Procura: “Omicidio colposo”

Gli inquirenti procederanno per “accertare responsabilità colpose di terzi” per “l’omessa custodia dell’arma con relativi proiettili” che ha ucciso Rkia Hannaoui; la posizione del bambino, non imputabile, verrà invece “valutata” dal Tribunale dei minori. Tanti i dubbi ancora da chiarire

La cascina teatro della tragedia e la vittima, Rkia Hannaoui

La cascina teatro della tragedia e la vittima, Rkia Hannaoui

Rovigo, 4 aprile 2023 – Clamorosa svolta nelle indagini del caso di Rkia Hannaoui, la donna trovata agonizzante in casa e uccisa da un colpo d'arma da fuoco alla testa ad Ariano Polesine, in provincia di Rovigo. Sarebbe stato il figlio di otto anni a uccidere accidentalmente Rkia Hannaoui, la donna di Ariano Polesine trovata agonizzante in casa, colpita alla testa da un proiettile. Questa la ricostruzione degli investigatori del tragico incidente. Il piccolo avrebbe usato la pistola del padrone di casa - procurata non si sa al momento come - sarebbe entrato in casa e maneggiando l'arma sarebbe partito il colpo mortale. 

Questa mattina era stata trovata la pistola che potrebbe averla uccisa. L'arma sarebbe stata trovata in un campo vicino all'abitazione dove la donna abitava, assieme al marito e ai due figli, un maschietto di 8 anni e una bambina di 11..

L'autopsia svolta ieri aveva accertato la presenza di un proiettile nel cranio di Rkia. 

Questa mattina i carabinieri hanno consegnato degli atti sia al marito, Asmaoui Lebdaoui, che al vicino di casa, Giacomo Stella.

Procura: “Omicidio di natura colposa”

La Procura della Repubblica di Rovigo, ha dichiarato nel tardo pomeriggio, che “in relazione al decesso avvenuto il 29 marzo 2023 di Rkia Hannaoui, madre di due minori e di origine marocchina, in conseguenza di ferimento alla testa, è stato accertato dall’Ufficio a seguito delle ulteriori investigazioni svolte, tra cui il ritrovamento nelle pertinenze dell’abitazione di un’arma compatibile con il proiettile rinvenuto sul cadavere della vittima e chiarimenti avuti dagli stretti familiari della vittima, che l’omicidio è da ritenersi, allo stato, di natura colposa frutto di condotta accidentale e non di condotta dolosa”. L’ufficio, dunque, “procede per accertare responsabilità colpose di terzi in ordine a quanto accaduto in dipendenza della omessa custodia dell’arma con relativi proiettili e la posizione dei familiari minori non imputabili verrà valutata dall’Ufficio requirente competente cui verranno trasmessi in copia gli atti”. A questo punto, dunque, le vicende processuali prenderanno due strade diverse. la Procura di Rovigo perseguirà chi ha permesso che il piccolo entrasse in possesso dell’arma e uccidesse involontariamente la mamma. Il Tribunale dei Minori, invece, stabilirà la posizione del bambino, comunque non imputabile, ma che potrebbe essere seguito nei prossimi anni, se ritenuto necessario.

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Fucili e pistola

Durante la perquisizione gli inquirenti avevano sequestrato in casa delle armi appartenenti al vicino e proprietario dell’immobile, Giacomo Stella. É stato lui stesso a riferire, in una intervista al programma ‘Storie vere’ di Rai1, che i carabinieri gli hanno preso quattro fucili. Nel merito della pistola ha aggiunto che “É una pistola buona, una 3.6 e ce l'hanno loro”. Ma non ritiene possibile che sia stata maneggiata da uno dei bambini: “No, no - conclude - loro sanno che sono importanti quelle cose”. 

L’uomo, il primo ad accorrere sul posto, aveva cercato di raccontare una verità diversa, suggerendo che la donna fosse svenuta perché digiunava per il Ramadan, sbattendo la testa contro il fornello.

Tanti i dubbi ancora da chiarire

Resta il mistero di dove la donna sia stata colpita perché nella cucina in cui è stata trovata ancora viva dai soccorritori (è morta poi in ambulanza), non c’erano ingenti tracce di sangue compatibili con uno sparo. E l’autopsia avrebbe determinato che il colpo sarebbe avvenuto a distanza non ravvicinata. Inoltre perché l’arma del delitto è stata trovata in un campo? É stata nascosta in un momento successivo oppure quella che sembra essere solo una tragica fatalità si sarebbe consumata all’esterno? Perché il vicino avrebbe dichiarato di non aver udito alcuno sparo e perché lui e il marito della vittima avrebbero sostenuto la versione del malore? Inoltre ci sono delle responsabilità da accertare: come è stato possibile che il bambino di 8 anni entrasse in possesso di una pistola carica, con cui probabilmente voleva solo giocare? Sono tante le risposte attese dagli inquirenti per chiudere questa terribile vicenda, in cui il destino sembra aver giocato un ruolo determinante.

La versione del marito 

Il marito di Rkia, Asmaoui Lebdaoui, in un’intervista alla trasmissione ‘Ore 14’ a Rai2 aveva escluso che qualcuno potesse aver sparato alla moglie, ma aveva chiarito che i bambini erano già rientrati da scuola al momento dell’accaduto. “I bambini – ha raccontato – erano tornati da scuola alle 12.40, come tutti i giorni, poi alle 13.30 sono uscito per andare a lavorare. Alle 16.35 mi chiama uno dei figli per dirmi che la mamma è caduta. Mia moglie stava facendo una videochiamata alla madre, che vive in Marocco, poi improvvisamente è caduta sbattendo forte la testa sul fornello della cucina. In ambulanza hanno detto che il cuore si è fermato e il sangue non arrivava al cervello, ha avuto un malore”. Sull’ipotesi che qualcuno abbia sparato alla moglie è categorico: “Non ci credo a questa ipotesi, voglio la verità dai medici”. 

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Novità sull’autopsia

L’indagine autoptica ha escluso che il colpo di pistola che ha ucciso Rkia Hannaoui sia stato esploso a distanza ravvicinata.

La Procuratrice della repubblica di Rovigo, Manuela Fasolato, riferisce che l'esame ha riscontrato un foro d'ingresso nella tempia sinistra, riconducibile a un proiettile calibro 22.

Il proiettile è stato poi trovato nella parte destra del cranio. La magistratura ha disposto ulteriori accertamenti di carattere balistico sul calibro e la compatibilità del proiettile con le armi recuperate. La magistratura aveva subito aperto un fascicolo di indagine contro ignoti per omicidio, dopo che una prima Tac aveva evidenziato la presenza nel capo della donna di un foro compatibile con un colpo di arma da fuoco e un proiettile nel cranio.

Notizia in aggiornamento