"Doppi turni, una mazzata per gli insegnanti"

Ipotesi lezioni in presenza alle superiori prima di Natale, i presidi si dividono: "Rischio contagi". Ma c’è chi vuole tornare in aula

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Dirigenti scolastici in attesa del nuovo Dpcm che stabilisce la possibile riapertura degli istituti superiori con il ritorno delle lezioni in presenza nei primi giorni di dicembre. Le Regioni invece chiedono di posticipare tutto a gennaio, dopo le festività natalizie. Divisi tra di loro anche i presidi. Se da un parte alcuni manifestano il forte desiderio di tornare alla didattica in presenza, in tanti di dicono perplessi per alcune lacune che potrebbero far traballare la situazione dei contagi facendo tornare la paura tra i banchi. "Al momento non abbiamo notizie certe – spiega Lorenza Fogagnolo, dirigente scolastica dell’istituto Alberghiero di Adria –. Dal ministero della Pubblica istruzione non sono arrivate per adesso ancore le comunicazioni. Ciò che di certo sappiamo è che fino al 3 dicembre siamo e rimarremo con la didattica a distanza. Il desiderio di tornare quanto prima in presenza è grande, soprattutto per i nostri ragazzi. Ma non sono un’esperta di salute pubblica e quindi mi attengo a quello che le persone competenti, gli esperti, ci consigliano di fare. Al momento stiamo garantendo le lezioni in presenza per una parte degli studenti, ovviamente desideriamo che tornino tutti in aula. Abbiamo ragazzi Bes, ovvero coloro con bisogni educativi speciali con cui continuiamo a fare progetti nelle aule. Oltre alle lezioni a distanza ci sono anche piccoli gruppi, in totale circa 60 studenti, che lavorano in presenza, per creare una maggiore inclusività. Anche i laboratori stanno proseguendo con la didattica normale. Il problema però non riguarda le scuole, che hanno seguito i protocolli e possono garantire un ambiente sicuro. Il problema nasce fuori, quando i ragazzi escono, si aggregano, abbassano la guardia e tolgono magari le mascherine, esponendosi al rischio del contagio". L’altra ipotesi, per la ripartenza, è quella della scuola gestita su turni. Metà degli studenti seguirebbe le lezioni da casa e metà in presenza, alternandosi durante il giorno e durante la settimana. "A mio parere questa ipotesi è difficile da organizzare – commenta Amos Golinelli, dirigente scolastico del Primo Levi di Badia Polesine – e sono propenso a dire che è assolutamente da escludere. Anche i docenti non sono d’accordo soprattutto perché questo comporterebbe molte ore davanti al computer, tra didattica a distanza e presenza nelle aule, una scelta tra l’altro non in linea con i protocolli sanitari che indicano quante ore si possono passare davanti ad uno schermo. Dividere le lezioni significa anche doppi orari per gli insegnanti, non si può pensare di fare lezione dall’alba al tramonto. Le scuole possono riaprire normalmente, sono attrezzate e hanno messo in atto tutti i protocolli per la sicurezza richiesti. Il problema maggiore riguarda invece i trasporti che non possono essere gestiti come è avvenuto in precedenza. Bisogna aumentare le corse per permettere ai giovani di viaggiare in sicurezza. Se questo non venisse fatto si rischia di tornare indietro vedendo risalire i contagi. Allora tanto vale rimanere in modalità di distanza".

Agnese Casoni