"Elezioni, solo uniti possiamo vincere Pronti a correre con un nostro candidato"

Il senatore De Carlo (Fratelli d’Italia): "Belluno e Rovigo, realtà simili e strategiche. Hanno grandi potenzialità di sviluppo"

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Non è ancora tempo d’elezioni ma lancia già il guanto della sfida Luca De Carlo, senatore di Fratelli d’Italia, coordinatore regionale del partito. "Alle amministrative per conquistare il comune di Rovigo ci presenteremo con un nostro candidato, in Veneto abbiamo raccolto un risultato assai lusinghiero anche nell’ultima tornata. Con punte in alcuni comuni del 16%, è il momento di raccogliere i frutti anche qui, i frutti della nostra coerenza". Luca De Carlo ha cominciato a fare politica come consigliere comunale nel 2004 a Calalzo di Cadore, Comune in provincia di Belluno una terra che ama e che ha nel cuore. E guarda alle urne con un ruolo da protagonista del suo partito. Ma fa anche una precisazione, che scandisce quasi a volerla imprimere magari soprattutto nelle orecchie degli alleati. "Il centrodestra deve capire, deve rendersi conto di un dato di fatto, di una grande verità. Solo uniti si vince". Un messaggio che suona forte e chiaro ai compagni di viaggio della Lega e di Forza Italia. Viene da lontano la sua storia politica, con una lunga presenza nel partito che conta tra gli incarichi che ha conquistato quello di responsabile nazionale dell’agricoltura per Fratelli d’Italia e di segretario della commissione agricoltura. I tre mandati da sindaco a Calalzo di Cadore sono quasi un record, un record invece l’ha tagliato. Luca De Carlo è il primo parlamentare nella storia della Repubblica ad essere stato eletto sia alla Camera sia al Senato nel corso di una stessa legislatura. Lui, di Belluno, guarda con grande attenzione a Rovigo, due zone così diverse nelle quali invece De Carlo coglie una profonda somiglianza, un legame che sembra unire queste due terre di montagna e di sconfinata pianura. Spiega: "Sono da sempre considerate le cenerentole del Veneto, zone che si ritiene siano contraddistinte da uno sviluppo mancato. Invece io credo che proprio dalle loro caratteristiche nasca la loro forza. Io sento la mia terra vicina a Rovigo, entrambe hanno grandi potenzialità che possono imprimere alle due realtà un forte sviluppo. Sono zone strategiche e con i soldi che arriveranno nei prossimi mesi con il Piano nazionale di ripresa e resilienza possono giocarsela sul tavolo delle grandi. In questo senso rivolgo un appello che va oltre le bandiere a tutte le forze politiche, per superare le divisioni e dare insieme quella spinta che può segnare un cambiamento epocale certo per queste zone ed anche per il Paese". Il suo è un appello di un politico abituato a rimboccarsi le maniche e che proprio per questo non vede di buon occhio il reddito di cittadinanza. Ci tiene a precisare: "Noi non abbiamo mai votato questa misura, mai. E’ un toccasana per i furbetti. Non ha creato posti di lavoro. Anzi li ha creati sì ma solo per i nagivator. E non mi si dica che ha ridotto la povertà. La povertà è rimasta, anzi è pure aumentata. Il lavoro si costruisce con il lavoro, aiutando le imprese, tagliando i costi per assumere un giovane. Non con i sussidi a chi vuole restare seduto sul divano". Dall’economia alla pandemia, che poi sono ormai indissolubilmente legate. "Credo nei vaccini, credo nella scienza – dice –, allora se lo Stato la pensa come me perché non se ne prende la resposabilità. Senza se e senza ma, senza tentennamenti. Perché non rende obbligatorio il vaccino?". Poi il pensiero corre ancora alle elezioni. "Dobbiamo vincere al primo turno, uniti. Questo il messaggio forte e chiaro che dobbiamo trasmettere agli elettori".

Mario Bovenzi