Ficarolo, niente mensa a scuola a chi non se lo può permettere

Delibera comunale adottata all'unanimità prevede una deroga all'obbligo. Il sindaco Pigaiani: "Non vogliamo creare disagi ai genitori"

Mensa scolastica: è scoppiato il caso di Ficarolo (foto di repertorio)

Mensa scolastica: è scoppiato il caso di Ficarolo (foto di repertorio)

Ficarolo (Rovigo), 4 ottobre 2017 - «Non vogliamo creare disagi — afferma il sindaco di Ficarolo, Fabiano Pigaiani — solo venire incontro ai genitori che sono in difficoltà». L’amministrazione infatti ha deliberato durante il consiglio comunale di lunedì sera la possibilità di derogare alle 40 ore permettendo ai bimbi delle elementari del paese di uscire per l’orario della mensa. Ma solo a fronte di difficoltà reddituali.

Un tentativo di mediazione alla circolare del dirigente scolastico che vietava sostanzialmente la prassi consolidata di alcune famiglie che portano i figli a casa a pranzo per non pagare i 90 euro mensili previsti dal servizio mensa. «Una delibera generica, costruita per rispettare la privacy e per rimanere comunque nel raggio della legittimità — spiega il sindaco —. Verrà redatta una determina che stabilisce le fasce per rientrare nella deroga. Chi intende avvalersene dovrà presentare l’attestazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente delle famiglie). L’elenco degli aventi diritto non sarà reso pubblico per questioni di riservatezza».

La delibera sarà valida solo quest’anno. «Dobbiamo risolvere la situazione — continua Pigaiani —. I genitori si sono trovati di fronte ad una problematica che negli scorsi anni non era stata sollevata e che comunque è prevista da disposizione di legge». Il consiglio comunale si è espresso all’unanimità. Prima c’era stato anche un incontro con i genitori. Eveleen Bonfatti, mamma di uno degli alunni delle elementari di Ficarolo, spiega: «Cambiare la decisione non è possibile. Una scuola a tempo pieno prevede che il bambino rimanga dentro dalle 8 alle 16. Il problema è stato la modalità di comunicazione».

Mamma Eveleen assicura che il gruppo dei genitori è compatto, in sostanza condividono tutti la stessa linea di pensiero. «Il cambio di registro doveva esserci comunicato subito, non il giorno prima dell’entrata in vigore del tempo pieno, cioè lo scorso 20 settembre, a scuola iniziata — spiega Eveleen Bonfatti — a seguito di un incontro scuola - famiglia. Il cambiamento avrebbe dovuto riguardare soltanto la prima elementare con deroga per le classi dalla seconda alla quinta. Così non è stato perché il 20 di settembre è arrivata la circolare che tutte le classi sarebbero partite con il tempo pieno da subito».

Ora sembra invece che la mediazione sarà proprio questa, tempo pieno rigoroso solo per la classe prima. La donna, portavoce del pensiero dei genitori, precisa: «La cosa migliore sarebbe stata essere avvertiti già a gennaio o febbraio, al momento della preiscrizione. O almeno all’incontro dell’8 settembre, prima dell’inizio dell’anno scolastico». Prima del consiglio che ha visto voti unanimi, era stato organizzato un incontro con i genitori interessati. L’ assessore Cestari avrebbe chiesto di esternare eventuali dissensi proprio nel corso dell’incontro per evitare disagi e problematiche in seguito ad una deliberà già assunta e già concordata con le parti.