Ostie rubate Rovigo, l'ombra di una setta

Il caso insoluto della chiesa di Sant’Andrea a Lendinara, esperto di gruppi esoterici lancia la nuova pista investigativa

Chiara Poluzzi con il professor Giuseppe Bisetto, coordinatore Gris per il Triveneto

Chiara Poluzzi con il professor Giuseppe Bisetto, coordinatore Gris per il Triveneto

Rovigo, 2 dicembre 2019 - Era il 14 aprile del 2017, un giorno amaro per i cittadini di Lendinara. Nella notte i predoni entrarono nella chiesa Sant’Andrea, frazione di Rasa. Avevano un ben preciso obiettivo e sapevano come muoversi. I banditi non portarono via oggetti preziosi ma scassinarono il tabernacolo, che solitamente veniva chiuso a chiave, e rubarono la pisside con le ostie consacrate. Fu don Luciano Schiavo, parroco di Rasa e Ramodipalo, ad accorgersi di quello che era successo.

"Hanno rubato ciò che di più importante c’è in chiesa", le parole del parroco sconcertato per il furto sacrilego. Dal sopralluogo delle forze dell’ordine non emerse alcun elemento per individuare gli autori. Un giallo, un caso rimasto irrisolto sul quale viene gettata adesso una nuova luce. L’ipotesi è che il raid sia stato firmato da una setta o da sedicenti maghi che usano le ostie benedette proprio per i loro riti. A delineare quella che può diventare una pista investigativa è il professore Giuseppe Bisetto, coordinatore del gruppo ricerca informazioni socio religiose (Gris) per il Triveneto e responsabile anche per il Polesine.

Il caso di Lendinara è ben presente nella sua memoria. "Forse – precisa – si è mossa una setta o qualcuno che ha agito per conto della stessa. E’ in realtà più probabile che la sparizione delle ostie sia avvenuta su mandato di maghi che le usano nei loro rituali". L’altro giorno Bisetto era a Treviso per un convegno nel quale sono state affrontare tematiche legate all’aumento di quelle che si possono definire organizzazioni esoteriche. Il Gris, una sorta di task force che studia questi fenomeni, punta a rendere evidente quello che viene definito neocolonialismo religioso, per mettere un freno al rischio che si arrivi al loro dominio.

All’incontro erano presenti Chiara Poluzzi che con don Stefano Greco del Gris della diocesi di Bologna sta portando avanti un progetto per comprendere il fenomeno e creare consapevolezza nei cittadini e nei fedeli. "Ci muoviamo – spiega Poluzzi – con i volontari per far conoscere la realtà delle sette in Italia, è fondamentale dare consapevolezza. E’ un tema al quale teniamo molto. Le sette, è bene si sappia, possono rovinare giovani e famiglie. Proprio per fermarle è fondamentale formare i catechisti e gli educatori. Quello che è successo a Lendinara, il furto delle ostie, per un cattolico è una cosa gravissima".

In Polesine e nella zona del Delta il numero delle sette, secondo i dati del Gris, si allinea con quello che si ricava a livello nazionale. Anche se nell’ultimo periodo è stato registrato un aumento di gruppi che si rifanno a movimenti di pensiero new age, con persone che diventate adepti di questi movimenti hanno abbandonato la famiglia ed il lavoro. «Dobbiamo stare in guardia», conclude Poluzzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA