Fondi post terremoto, il sindaco di Castelguglielmo Giorgio Grassia condannato

Tentata truffa a Castelguglielmo, un anno a 4 mesi al primo cittadino

Giorgio Grassia (Donzelli)

Giorgio Grassia (Donzelli)

Castelguglielmo, 15 marzo 2019 - Il sindaco di Castelguglielmo, Giorgio Grassia, ieri è stato condannato ad un anno e 4 mesi dal Collegio del tribunale di Rovigo presieduto dal giudice Angelo Risi.

Era imputato di tentata indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Stessa pena per sua moglie Alda Tosini e per il tecnico comunale Gianantonio Vettore.

Soltanto un anno invece per l’ex sindaco di San Bellino, ora assessore comunale a Villanova del Ghebbo, Massimo Bordin, che nella vicenda aveva il ruolo di consulente esterno, come ingegnere. È una vicenda nata nel 2012 quando c’è stato il terremoto in Emilia Romagna, alla fine di maggio.

Il sisma è stato avvertito anche nell’Alto Polesine e qualche danno l’ha provocato.

In seguito è stata data la possibilità anche ai soggetti privati di chiedere finanziamenti per la ristrutturazione di fabbricati danneggiati dalle scosse.

La moglie di Giorgio Grassia, Alda Tosini ha firmato un’istanza per un finanziamento da 157 mila 284 euro del quale avrebbe beneficiato un fabbricato che possiede in comproprietà con suo marito. La Regione ha bloccato l’erogazione nel 2014.

C’era stato un esposto anonimo nel quale l’estensore ha rappresentato diverse scorrettezze, il fabbricato non avrebbe in sostanza avuto i requisiti per accedere al finanziamento.

E proprio questo aspetto è stato ampiamente sviscerato ieri dal giudice Risi che ha messo alle strette Bordin invitandolo a distinguere la classificazione urbanistica dell’immobile dal suo aspetto. E ribadendo che il bando pubblico escludeva quel tipo di fabbricato. Secondo l’accusatore nascosto Grassia e la moglie, in pratica, hanno tentato di approfittare del sisma per ristrutturarsi un rudere disabitato con soldi pubblici. Bordin, che di professione fa l’ingegnere, aveva però firmato una perizia che certificava il rispetto dei criteri.

Il dipendente comunale invece era convinto di aver trattato la pratica come le altre. Bisogna precisare che si tratta di un reato tentato perché il contributo non è mai stato incassato dalla famiglia Grassia. Il pubblico ministero Daniela Randolo della procura di Rovigo al termine della requisitoria aveva chiesto pene più basse, 8 mesi per Grassia, la moglie e il tecnico comunale e 6 per Bordin.

Il collegio presieduto da Risi assistito dai giudici Nicoletta Stefanutti e Raffaele Belvederi ha inflitto pene più severe. Tra il pubblico 4 cittadini di Castelguglielmo (tra cui la capogruppo di opposizione da 15 anni) sono rimasti fino alla fine, soddisfatti, sono andati a complimentarsi con la pm. Grassia è sindaco da 15 anni, il suo terzo mandato termina a maggio e non potrà ricandidarsi.

A vietarglielo però non è l’interdizione dai pubblici uffici che fa parte della sua condanna, la pena infatti è sospesa. Ad impedirglielo è la norma che consente ai sindaci dei Comuni sotto i 3 mila abitanti di fare al massimo 3 mandati. Non di più. Ieri Grassia ha scelto di non commentare la sentenza ma ha precisato che il fabbricato da sistemare è rimasto com’era. Non è intervenuto con soldi propri.