Porto Tolle (Rovigo), 31 luglio 2024 – Granchi blu morti in riva al mare, uccisi da caldo o mucillagine? Forse addirittura da entrambi. Il fatto è stato evidenziato con diversi video sui social dai bagnanti sulla spiaggia basso polesana di Boccasette, nel Comune di Porto Tolle, dove si poteva notare la morìa dei granchi blu (ne sono stati raccolti oltre cento chili), ma la realtà è che il fenomeno non si è limitato a una sola zona. Cimitero di granchi blu anche sul litorale del Comune di Rosolina, nelle zone delle lagune di Marinetta e Caleri, seppure in minore quantità. Testimonianze dirette confermano che le carcasse dei granchi blu galleggiavano in mare, per finire poi sulla battigia trascinate dalla corrente.

"La battigia era tappezzata di granchi blu morti – racconta Tiziana Fattorini, che domenica era a Boccasette –. Per entrare in acqua si dovevano scansare i granchi morti". E Stefania Avanzo: "Il fenomeno era impressionante. L’odore che ne deriva e la qualità dell’acqua, dovuta sicuramente alle condizioni ambientali, non creano buone aspettative per le settimane a venire". L’ipotesi che il fenomeno sia causato dal forte riscaldamento dell’acqua del mare è stata contestata dal Consorzio cooperative pescatori del Polesine, fortemente danneggiato dalla presenza di questa specie aliena, che sta provocando ingenti danni alla produzione delle vongole sul litorale del delta del Po.
"Si tratta di un caso isolato – precisa Paolo Mancin, presidente del Consorzio –, l’azienda sanitaria locale e l’istituto zooprofilattico stanno effettuando analisi sui granchi morti. Ma secondo il nostro biologo, Emanuele Rossetti, i granchi trovati a Boccasette sono morti al largo, in mare aperto, a causa della mucillagine, e non per il caldo". Un fatto spiegato così dal sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli: "Non si è verificato solo nel nostro territorio, ma anche in altre zone. Si tratterebbe di concause che portano alla mancanza di ossigeno nel mare per le temperature alte di questo periodo. Attraverso cattura e smaltimento, continuiamo a debellare questa specie aliena, che sta mettendo in ginocchio il settore della pesca".
L’invasione del granchio blu da quasi due anni sta creando gravi danni e perdite nel territorio del delta del Po, nelle province di Rovigo e Ferrara. Nei giorni scorsi, l’assessore regionale dell’Emilia-Romagna, Paolo Calvano, ha detto: "Non bisogna abbassare la guardia, il problema esiste ancora e continua a colpire migliaia di famiglie e imprese. Come Regione Emilia-Romagna, insieme al collega assessore all’agricoltura, Alessio Mammi, abbiamo voluto stanziare un altro milione per quanti sono impegnati nel trasporto e nello smaltimento degli esemplari non commercializzati e prorogare di un anno anche l’autorizzazione per la cattura e la vendita del crostaceo". Un’annosa problematica, al centro anche di una interrogazione presentata in questi giorni dal senatore Marco Lombardo (Azione), in cui si chiede al ministro dell’agricoltura di provvedere alla nomina del commissario. Lombardo chiede anche "quali enti e istituzioni siano coinvolti nelle operazioni di monitoraggio e gestione della specie" e "se si intenda valutare l’accesso al Feamp (Fondo europeo per affari marittimi e pesca dell’Ue) per supportare le aziende che sono state danneggiate dal granchio blu, come chiesto dalla Regione Veneto".