"Handicap e sosta Controlli ai permessi"

La richiesta di Mantovan, di Fratelli d’Italia: "In altre città erano intestati ai morti"

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"L’incrocio tra via della Pace, viale Gramsci e la confluenza con via Trieste è un calvario per gli automobilisti", a lanciare l’allarme Adriano Mantoan, esponente di Fratelli d’Italia. "E’ stato posizionato in quella zona un semaforo che funziona da circa 40 anni, regolamentato quindi su fasi temporali che erano connesse al flusso di traffico di quel periodo – spiega –. E’ logico che con il passare del tempo qualche cosa sia cambiato nel volume dei mezzi. Fermi all’incrocio in attesa del verde si vedono decine e decine di automezzi che attendono il via libera a volte anche per tre o quattro scatti semaforici. Nelle ore di punta la situazione peggiora. Forte il disturbo per il riposo dei residenti che a volte non riescono neppure ad entrare od uscire dalle loro proprietà. Con un forte inquinamento ambientale ed acustico. Bisogna intervenire con urgenza per modificare i tempi di funzionamento del semaforo – la sua soluzione –. Infatti non sono certo ipotizzabili che modifiche al piano del traffico indubbiamente difficili da attuarsi. La strada serebbe quella di realizzare magari una rotonda che potrebbe dare garanzia di un più veloce flusso della circolazione alla luce anche del fatto che, mentre l’impianto semaforico blocca il traffico, la rotonda prevede un movimento continuo dei veicoli. Gli spazi previsti dalla normativa in materia ci sono tutti e non dovrebbe essere arduo ipotizzare un “tentativo” con segnaletica mobile e la presenza di agenti della polizia locale". Il responsabile provinciale della consulta sicurezza e difesa di FdI affronta poi un altro tasto dolente. "Per una questione di giustizia sociale – sottolinea – sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale operasse un controllo ai vari permessi per la sosta degli invalidi di cui sono dotate alcune categorie di automobilisti. Non sono rari i casi di cui sono stato testimone, in città diverse da Rovigo, di persone che utilizzavano il contrassegno pur essendo deceduta la persona portatrice di handicap o di altri casi dove l’uso veniva pressochè quotidianamente trasformato in abuso. Le sanzioni sono pesanti. Con una adeguata prevenzione si possono evitare questi gravi fenomeni".