"I poeti all’ombra del castello"

Torna il premio letterario ‘Raise’ indetto dal Comune di Arquà. "Il dialetto fa parte dell’identità"

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Valorizzare le tradizioni, la cultura, i costumi della propria terra è un’operazione fondamentale per la trasmissione della memoria e la conoscenza profonda delle proprie radici. Anche a partire dalla lingua. Ed è proprio questo l’aspetto su cui è incentrato il premio letterario ‘Raise’ di Arquà Polesine, arrivato quest’anno alla sua 28ª edizione. L’invito è quello di tornare a parlare in dialetto veneto, difendendolo dalla caduta in disuso e riportandolo in auge con gli strumenti della poesia. "Torniamo a parlare il veneto, con garbo e affetto – afferma a tal proposito l’assessore alla cultura di Arquà e segretario del premio, Luigi Carlesso –. Questa lingua estrosa, goldoniana e cicalante... Non dobbiamo dimenticarla, con tutte le sue variegate calate, dal Garda alla Dalmazia". Il concorso, sorto dall’idea di un migrante polesano, è rivolto a tutti gli scrittori di origine veneta, anche remota, residenti sia in Italia che all’estero. Negli anni infatti la manifestazione ha visto la progressiva apertura ai veneti dell’Istria, della Maremma, dell’Agro Pontino, della Francia, della Germania, dell’America Latina, e insomma di tutti quei luoghi dove gli abitanti della nostra regione sono arrivati a lasciare traccia della loro presenza. Gli elaborati presentati, che potranno essere sia in poesia che in prosa, dovranno essere inediti e rigorosamente composti in lingua veneta dunque, meglio se accompagnati da una traduzione o da un glossario per agevolare il lavoro di selezione della giuria. Il termine ultimo per l’ invio è il 23 maggio. I testi dovranno essere mandati tramite posta elettronica, in formato Word, all’indirizzo mail cultura_tecnico@comune.arqua.ro.it. Le adesioni sono libere e gratuite. Ad ogni concorrente è consentito partecipare con uno o due testi per ciascuna delle due sezioni (poesia e prosa). I componimenti poetici non dovranno superare i 40 versi; le opere in prosa potranno avere una lunghezza massima di settemila caratteri, spazi inclusi. Lo scorso anno per via del Covid l’edizione del Premio non è stata effettuata. Tuttavia, gli enti organizzatori hanno comunque ritenuto di considerare tutti i testi inviati lo scorso anno validi ed attuali per la presente edizione. Gli autori che hanno inviato le loro opere nella precedente annata, pertanto, non potranno ripresentare ulteriori elaborati per la corrente edizione. La premiazione ufficiale è stata programmata per l’11 settembre, auspicando che le condizioni sanitarie di allora consentiranno una manifestazione in presenza nelle storiche sale del castello medievale di Arquà. Una speranza che l’assessore Carlesso condivide: "I poeti torneranno ancora a parlare all’ombra del castello, per questo viaggio nella memoria che ripercorre le strade di casa, i ricordi del cuore e degli affetti che uniscono gli uomini ai loro luoghi di origine. Un viaggio scritto in veneto, accompagnato dall’humus della propria terra, con il pathos dei canti liturgici e popolari e il sapore delle proprie tradizioni". L’orgoglio per le proprie origini è dunque il filo conduttore sotterraneo all’intera iniziativa. Tant’è che, aspetto curioso, nel bando i partecipanti sono invitati a corredare le proprie generalità anche specificando le loro radici venete. Saranno premiati i migliori tre elaborati di ciascuna delle due sezioni del concorso. La valorizzazione del territorio è ribadita anche in questo caso, perché i vincitori riceveranno in premio prestigiose opere artigianali locali, realizzate dalla vetreria d’arte ’Tomanin Sandro e fratelli’ di San Bellino. Agli autori vincitori e a quelli segnalati sarà data comunicazione telefonica o tramite posta elettronica dell’esito del concorso. I I vincitori assoluti di entrambe le sezioni del concorso 2021 verranno esclusi dalle due edizioni successive, entrando a far parte di un ’Limbo d’oro’.

Eva Zandonà