"Il Delta del Po e quel senso d’infinito"

La scrittrice Germana Urbani esordisce nel mondo della prosa. Il Polesine rivive nel romanzo intitolato "Chi se non noi"

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La scrittrice Germana Urbani ha esordito nel mondo della prosa letteraria con il romanzo "Chi se non noi", edito da Nottetempo. Nata e cresciuta ad Urbana, in provincia di Padova, ha lavorato come giornalista professionista per testate venete ed è insegnante. Ha pubblicato racconti su diverse riviste e questo è il suo primo romanzo. La narrazione ha come protagonista Maria, alla quale il nonno regala per la prima comunione una Polaroid. Sogna di diventare un architetto e di andare a vivere in città. Riesce a spostarsi, ma ogni venerdì lei torna nel Delta del Po, quel mondo che avrebbe preferito dimenticare se Luca, l’uomo che ama, non fosse stato così legato a quella terra. Il Polesine rivive nella memoria dei suoi abitanti con il ricordo della grande alluvione del ’51, che costringe a fare i conti con le pulsioni più oscure.

Quando ha scoperto di volersi esprimere con la forma del romanzo?

"Ho sempre letto e scritto molto. La mia passione è la letteratura del secondo Novecento, in particolare la poesia. Per questo mi sono laureata in letteratura moderna e contemporanea ma già prima della laurea lavoravo come giornalista e, investendo nel lavoro, ho tralasciato il mio sogno di scrittura narrativa. Poi sono diventata madre e tutto è cambiato. Dal 2014 in poi ho deciso che potevo provare a realizzare il mio sogno di scrivere un romanzo"

Da cosa è nato il romanzo?

"Il libro parla di una dipendenza affettiva che finisce con un tragico abbandono. É nato da una domanda che non mi lasciava: cosa accade nella mente di un essere umano che non si rassegna ad essere abbandonato dalla persona che ama? Come giornalista, mi era capitato di seguire fatti di cronaca che interessavano persone uccise per aver interrotto una relazione e, pensando a chi aveva compiuto questi atroci delitti, non riuscivo a darmi risposte. Ho provato a seguire una mente che si perde tra le spire di un’ossessione dolorosa e oscura"

Perché ha deciso di ambientare la storia nel Delta?

"Amo tantissimo questa zona. Sentivo la necessità di raccontare questa storia buia in un luogo che potesse essere un controcanto: orizzonti vasti, luce e tramonti come non se ne vedono altrove e quel senso di infinito che sento ogni volta che approdo da quelle parti"

Il futuro?

"Sto lavorando ad un romanzo che ruota attorno al tema dei vinti partendo da fatti di cronaca".

Giorgia Brandolese