Il direttore del circo porta le pizze a domicilio

Tendone bloccato da un anno in città, il titolare del Busnelli: "Costretto a fare il fattorino per riuscire ad andare avanti"

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Da artista circense a fattorino delle pizze. David Busnelli, direttore delll’omonimo circo, da più di un anno bloccato nel nostro comune a causa della pandemia da Coronavirus, la sera si mette al volante della sua auto e porta margherite, quattro stagioni e prosciutto e funghi nelle case. "Dovevo trovare un lavoro, l’unico modo per andare avanti". Il circo era arrivato in città a febbraio 2020 per esibirsi, ma le norme per il contenimento del contagio lo avevano costretto a fermare gli spettacoli. A peggiorare la situazione il divieto di spostamento, che li aveva bloccati nel piazzale adiacente al centro commerciale ‘La Fattoria’. La presenza dei circensi non era piaciuta ad alcuni cittadini. Gli artisti erano stati invitati a spostarsi, insieme ai propri animali. Gli unici ad accoglierli erano stati i gestori della casa di Abraham, dove la famiglia ormai vive da un anno. "Nel mese di giugno – racconta David Busnelli – finalmente abbiamo potuto ripartire con qualche spettacolo. A luglio ci siamo esibiti a Rosolina. Avevamo investito soldi per adeguarci ai protocolli, soldi buttati via. Giusto il tempo di fare altre due tappe e tutto si è bloccato ancora. Ad ottobre ci siamo di nuovo trovati fermi nella città di Verona". Alla scadenza dell’occupazione del suolo pubblico, il gruppo ha dovuto decidere dove andare. Di nuovo la presidente della Casa di Abraham, Susanna Carlesso, li ha invitati a tornare. "Ormai siamo diventati una grande famiglia – racconta sorridendo –. La speranza era di riuscire a ripartire a ottobre ma l’attesa continuava senza vedere miglioramenti". Nel frattempo anche la famiglia Busnelli è stata colpita dal Covid, con il padre e la nonna ricoverati in ospedale. "Purtroppo la nonna ha 87 anni e ha avuto la polmonite bilaterale, di conseguenza è stata ricoverata per un mese a Trecenta – raccconta –. Mio padre ha avuto gravi problemi ed è stato ricoverato a Rovigo. Entrambi fortunatamente si sono ripresi". Man mano che i contagi aumentavano e le attività chiudevano il gruppo ha capito che era tempo di trovare una soluzione. "Gli aiuti sono arrivati – spiega il direttore del circo – ma non erano sufficienti per sopravvivere e soprattutto per mantenere i nostri animali, circa una ventina, che hanno bisogno di cibo e cure mediche, con costi elevati. Il personale che lavorava con noi, manutentori, tecnici, artisti, è tornato alle proprie case e ha dovuto cercare un’altra occupazione. Anche noi abbiamo dovuto adattarci, cercando un impiego. Mia sorella ora lavora per una ditta che si occupa di sicurezza e controlla gli ingressi in ospedale, misura la temperatura e mette i braccialetti – spiega –. Mio fratello lavora in un’azienda agricola con allevamento di animali e io consegno le pizze qualche ora la sera. É poco ma almeno riluciamo ad andare avanti". La speranza è di riuscire a ripartire, anche se, a causa della situazione, il circo dovrà trovare nuovi artisti e nuovi operai. Siamo partiti con 40 elementi e ora siamo rimasti in 13 – afferma –. Avremo bisogno di almeno un mese per riorganizzarci. Lo spettacolo che c’era l’anno scorso non esiste più, perché gli stessi attori non ci sono più. Sarà una ripartenza traballante. Continuiamo ad allenarci, almeno il lavoro ci aiuta a non buttarci giù. Ma siamo sempre in attesa di buone notizie e di tornare a fare quello che ci appassiona. Il circo è la nostra vita".

Agnese Casoni