Il tributo alla quercia spezzata

Ficarolo, pellegrinaggio davanti all’albero secolare della Madonnina tranciato dall’ondata di maltempo.

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Il fronte temporalesco che ha attraversato il Polesine nel tardo pomeriggio di sabato ha provocato danni un po’ ovunque nei paesi di Occhiobello, Stienta, Salara e Ficarolo. Grandine, in alcune zone anche chicchi di grosse dimensioni, alberi sradicati o spezzati dalla furia del vento, grondaie divelte. A Salara, la tensostruttura nel parco dell’edificio che ospitava le scuole elementari è stata scaraventata sul tetto dell’immobile. L’intensità della pioggia, fortunatamente solo per qualche minuto, ha provocato qualche problema alla viabilità. Il violento temporale a Ficarolo ha causato una vittima illustre, la quercia farnia secolare ‘della Madonnina’. L’albero, oltre due secoli di vita, non ha retto alla furia del vento. Malata probabilmente da tempo, la quercia ora è solo un tronco spezzato mentre la chioma, proprio alla base dell’inizio della ramificazione, non ha retto. Ieri mattina tante famiglie sono andate in pellegrinaggio davanti all’albero spezzato, simbolo per i cittadini di Ficarolo. Mappata come albero monumentale, la caduta della quercia ‘della Madonnina’ ha colpito intimamente tutti gli abitanti di Ficarolo, tradizionalmente legati a questo albero. La storia inizia a metà ‘800 quando il Conte Giglioli, ferrarese, venne a Ficarolo in visita alle sue proprietà. All’altezza della quercia la carrozza sulla quale il Conte viaggiava con tre bambini a bordo, si rovesciò ma tutti rimasero illesi nonostante la gravità dell’incidente e sulla quercia la famiglia del nobile ferrarese fece apporre un ex-voto con l’immagine della Madonna, proprio per ringraziare la Vergine dello scampato pericolo. I Giglioli cedettero il terreno, attraverso un particolare contratto d’affitto, alla famiglia di Giovanni Furini, di Ficarolo, che, proprio per la tipologia del contratto, a fronte della corresponsione di un canone annuale avrebbe potuto godere del dominio del fondo obbligandosi però a migliorarlo. Oltre a questo nel contratto fu inserita una clausola a salvaguardia della quercia e dell’ex-voto. Clausola che non solo Giovanni Furini rispettò ma, affrancato il contratto, decise di mantenere la quercia e la Madonnina, ormai entrate a far parte della quotidianità della famiglia e della comunità. Quando decise di cedere il terreno alla figlia, Stella Furini, sposata Zaniboni, la lasciò immutata. E così, anno dopo anno, passaggio dopo passaggio – oggi il terreno è di proprietà del nipote di Stella Furini, Paolo Zaniboni – la quercia è rimasta ben salda sul terreno e con lei l’immagine della Vergine, ex-voto dei Giglioli, fino ai giorni nostri. L’immagine non è più la medesima, quella originale sembra sia stata trafugata qualche anno fa, ma è l’opera di Renato Mazzali, artista di Ficarolo che dopo il furto ne ha riprodotto una copia perfettamente identica all’originale. "Questa quercia ne ha viste tante – spiega un insegnante in pensione di Ficarolo –. Forse ha visto i Lanzichenecchi, probabilmente ha incrociato i propri rami con Napoleone, se potesse parlare di cose da raccontare ne avrebbe tante". La speranza dei cittadini di Ficarolo è tutta in quel tronco monco, spezzato ma apparentemente non abbattuto definitivamente e, soprattutto, in quell’immagine della Madonna ancora al suo posto, nonostante tutto. Meta per i bambini accompagnati da maestri e maestre quando le passeggiate scolastiche erano possibili senza particolari permessi e concessioni, luogo frequentato dalle scorribande notturne di adolescenti e giovani, comunque punto di riferimento di una collettività, la quercia ‘della Madonnina’ è stata spezzata ma, nell’animo dei ficarolesi, la battaglia non é ancora definitivamente perduta.

Sandro Partesani