Influenza 2019 Rovigo, morta una donna

Deceduta un’anziana di Lendinara, il virus sta toccando il picco

In reparto in ospedale  (Foto di repertorio Ravaglia)

In reparto in ospedale (Foto di repertorio Ravaglia)

Rovigo, 16 febbraio 2019 - Una donna, 72 anni, di Lendinara, è morta martedì scorso a causa dell’influenza. L’ufficialità della notizia arriva dall’azienda sanitaria polesana, Ulss 5. Nonostante la donna fosse gravata da patologie cronico-degenerative importanti e fosse ricoverata nel reparto di rianimazione, i medici hanno stabilito che proprio il virus influenzale in questo caso sarebbe stato fatale all’anziana. I sanitari hanno fatto di tutto per salvarla ma il quadro clinico era irrimediabilemente compromesso.

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I casi difficili, ma risolti negli ospedali polesani, sono 13. Quest’anno molti tra i colpiti con bimbi e minori, con tosse e febbre alta. In questi giorni la stretta finale del virus fa aumentare i casi, perché la forma causata del ceppo A è pesante e aggressiva. Circa il 15 per cento dei cittadini, in provincia, è a letto con l’influenza. In molti pazienti, specie i più anziani, i medici riscontrano un quadro clinico già gravato da altre patologie non riconducibile direttamente all’influenza, la cui affezione fa solo da detonatore. Sia la divisione di medicina che quella di geriatria, coadiuvate dai posti letto di ospedale di comunità già attivati negli ospedali di Adria e Trecenta, hanno retto molto bene l’urto dell’epidemia.

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Da sottolineare che circa 5mila pazienti anziani, con patologie invalidanti sono seguiti dall’assistenza domiciliare integrata nella propria casa. Infine, nonostante l’urto aggressivo della forma influenzale, emerge come risulti sempre più importante vaccinarsi contro il virus. «Un plauso al personale medico, infermieristico e sanitario – dice il direttore generale dell’Ulss 5, Fernando Antonio Compostella — che non solo si è vaccinato in toto, con grande senso etico e civile, ma che in queste ore regge con la consueta generosità l’ondata di questa forma virale». Anche il direttore sanitario Edgardo Contato un mese fa, quando non era ancora stato raggiunto il picco, diceva che «vaccinarsi contro l’influenza è importante» e che «devono farlo anche le donne che sono incinte». Era appena stata diffusa la notizia di tre casi di ricovero in prognosi riservata di altrettanti cittadini polesani, due a Rovigo ed una a Padova, una signora di 38 anni al settimo mese di gravidanza che era stato ricoverata in rianimazione in prognosi riservata.

L’onda della forma influenzale nel corso di quest’anno si era manifestata con sintomi debilitanti soprattutto nei pazienti anziani e adulti che sono considerati fragili a causa di patologie croniche pregresse o di forme invalidanti. «È come per il caso della West Nile — spiegava ancora Contato —. Si tratta di un virus che può diventare pericoloso per chi è già affetto da una serie di patologie, magari croniche, che ne hanno indebolito il sistema immunitario al punto che un’influenza diventa una cosa seria. Chi è stabile, sta bene, e in genere ne esce in pochi giorni».