Rovigo, Iras: il direttore punta a 310 ospiti. Sindacati: "Basta parole, ma fatti"

Giovanni Luca Avanzi scrive ai cittadini di Rovigo, indicando gli obbiettivi dell’IRAS, mentre i sindacati replicano chiedendo chiarezza sul futuro dei lavoratori

Anziani (immagini di repertorio)

Anziani (immagini di repertorio)

Rovigo, 03 marzo 2022 – “Abbiate fiducia nell’Iras e nelle persone che vi lavorano”. Si tratta dell’accorato appello del direttore dell’Istituto Rodigino di Assistenza Sociale (IRAS) Giovanni Luca Avanzi, il quale in una lettera aperta ai cittadini di Rovigo, chiarisce la situazione della struttura e indica degli obbiettivi concreti. “Continuiamo a leggere notizie allarmanti-scrive Avanzi-sul futuro dell’IRAS. Purtroppo, questo sta provocando effetti negativi sull’immagine del nostro istituto e sulla sua capacità di svolgere la propria attività. A fronte di nuovi ingressi di ospiti, ho anche notizie di persone che rinunciano all’ingresso in Iras o lo ritardano, oppure hanno dimesso i loro cari per timore che il centro possa chiudere. Eppure, tutti quelli che frequentano le strutture vedono che stiamo erogando regolarmente servizi e che il personale continua regolarmente a lavorare”.

Sul futuro di Istituto Rodiginp il direttore ricorda come: “C’è un obiettivo strategico sul quale lavorano il sindaco di Rovigo e il commissario, quello del risanamento risolutivo dell’istituto e questo obbiettivo sarà raggiunto nei modi e nei tempi necessari. Ma ora c’è un obiettivo immediato e più urgente sul quale tutti i dipendenti e io stesso stiamo lavorando con quotidiano impegno: quello di raggiungere al più presto il numero di ospiti che l'istituto accoglieva prima dell’esplodere della pandemia da covid-19, ovvero 310 ospiti. Perché più ospiti entreranno nell’IRAS e sempre più l’IRAS avrà i mezzi per fare fronte ai suoi impegni e sempre più il commissario avrà il tempo per completare il suo lavoro in modo positivo”.

Un obiettivo che secondo il direttore Avanzi è necessario che: “Sia spazzato via quel clima di sfiducia che si sta propagando in ordine alla capacità dell’IRAS di continuare ad assistere le persone che ne hanno bisogno. Un familiare di un ospite mi ha recentemente scritto per chiedermi cosa può fare per aiutare l’IRAS. A questo gli risponderei quella che voglio chiedere a tutti i cittadini di Rovigo. Abbiate fiducia nell’IRAS e nelle persone che vi lavorano e scegliete la struttura per i vostri cari. Fateci arrivare la più presto e poi superare quel numero magico dei 310 ospiti. Questa sarà la migliore garanzia-conclude il direttore - per la continuità di un’istituzione che prima di tutto appartiene a voi stessi ed esiste per voi stessi”.

La voce dei sindacati 

In merito a questa lettera giunge anche la replica delle tre organizzazioni sindacali provinciali di categorie con i suoi rappresentanti Davide Benazzo (FP CGIL), Franco Maisto (CISL FP) e Cristiano Pavarin (UIL FPL). “Condividiamo in pieno-comunicano i sindacati-quello che scrive il direttore Avanzi, ma solo per la parte in cui si invitano gli ospiti e i famigliari ad aver fiducia nei lavoratori dell'IRAS e nella qualità del servizio che erogano, qualità che non è venuta meno nemmeno in questi drammatici due anni. Siamo un po’ amareggiati, però, che si voglia quasi stigmatizzare la protesta dei lavoratori con un tentativo di raccontarla come un danno per l'ente, quando i danni all'IRAS non li hanno certo fatti i Lavoratori. Se di colpe si parla eventualmente le si vada a cercare in chi lo ha gestito e ha fatto le scelte politiche e tecnico-strategiche. In merito al numero di ospiti all'IRAS-proseguono i referenti sindacali-nel 2019 erano mediamente 303, nel 2020 erano 292 e nel 2021 erano 283. Forse allora il problema non è la protesta, ma le scelte fatte nel territorio e le condizioni socioeconomiche che sta vivendo il nostro territorio, e, forse, non bastano gli appelli, ma servono scelte strutturali e di largo respiro che rimettano al centro il sistema delle RSA”.

Sugli obiettivi da raggiungere, i sindacati ricordano lo stato di precarietà di molti lavoratori, ribandendo come: “Ci fa piacere che il direttore si esprima nel senso di una prospettiva di ‘raggiungimento di un obbiettivo’ finalizzato al risanamento dell’ente. Noi rispondiamo che, se il direttore Avanzi e il commissario, stanno elaborando e condividendo questo tipo di percorso hanno l’occasione ora di essere più chiari nei contenuti e nelle scelte. Di fatto oggi rimaniamo costernati nel percepire questa grande tranquillità nel direttore quando alla sua presenza, senza che lo stesso proferisse parola, il commissario ci ha annunciato, settimane fa, l'intenzione di chiederne la liquidazione. Infine, se tutto va bene, perché non decide di fare un concorso per stabilizzare i tanti precari e non avvia la contrattazione sul salario accessorio fermo da sette anni? I lavoratori dopo sei anni chiedono risposte e soluzioni concrete, basta parole”.