"La campagna delle badanti. Per gli anziani"

Sindacati in azione per invitare i lavoratori del settore a vaccinarsi. Agli sportelli scatta l’operazione, con appelli multilingue

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UNA CAMPAGNA informativa multilingue mirata al settore e al mondo delle badanti, questo l’impegno dei sindacati per invitare i lavoratori del settore che ancora non hanno effettuato il vaccino a farsi avanti. Cittadini che operano a stretto contatto con persone anziane, le cui famiglie chiedono garanzie per non mettere in pericolo i propri cari che rappresentano fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria una delle categorie maggiormente esposte. "La figura dei collaboratori domestici è molto particolare – spiega Elena Maria Vannelli, segretaria generale Fiscasat Cisl Padova e Rovigo –. Più della metà non è regolarizzata contrattualmente e coloro che lo sono subiscono dei limiti a livello di legge. Non sono riconosciuti come operatori sanitari e non hanno obbligo vaccinale – precisa ancora –. Tra coloro che lo hanno fatto tra l’altro, questo un altro aspetto non di poco conto, ci sono anche persone il cui tipo di vaccino qui non viene riconosciuto". Nonostante lo stato italiano sia l’unico ad aver sottoscritto un contratto nazionale per questa figura le difficoltà sono numerose, a partire dalla comunicazione, minata dalla barriera linguistica. Per loro è nato un ente bilaterale, per aiutarle ad informarsi nel modo più corretto dato che spesso si appoggiano a canali non italiani per via della lingua diversa – spiega Vannelli –. Abbiamo creato schede e percorsi formativi ed informativi in più lingue con l’obiettivo di renderle più consapevoli dell’importanza, anche, dell’aderire alla vaccinazione". Il tema sta mettendo in difficoltà le famiglie, che si ritrovano a dover sospendere le assistenze familiari. "L’impressione è che ci sia più un problema di vaccini non riconosciuti che di persone che non vogliono vaccinarsi – spiega Pieralberto Colombo di Cgil –. Un fenomeno che mette in seria difficoltà le famiglie con anziani, che improvvisamente si ritrovano a non poter più permettere a queste persone di entrare in casa. Come sindacati stiamo chiedendo che vengano cercate soluzioni per il riconoscimento di questo vaccino, visto che non parliamo di persone contrarie. Chiediamo inoltre che venga fatta una campagna straordinaria che informi sulla possibilità di fare i richiami con vaccini riconosciuti in italia. Contemporaneamente cerchiamo di sensibilizzare coloro che non hanno aderito sull’importanza del vaccinarsi, per prima cosa per un aspetto di salute, ma anche perchè ciò significa non poter lavorare". I sindacati, quindi, invitano alla vaccinazione. "Soprattutto per questa categoria di lavoratori che fa assistenza a soggetti fragili – specifica Fabio Osti della Uil –. L’ufficio che segue le buste paga di circa un centinaio di famiglie che usufruiscono di questi lavoratori ci ha confermato che sono tutti vaccinati. Coloro che avevano effettuato lo Sputnik sappiamo che si sono attivati per fare quello riconosciuto in Italia. Purtroppo però non conosciamo la situazione di coloro che lavorano in nero". Agnese Casoni