Le Clarisse adoratrici trasferite in una casa

Il vescovo Pavanello: "La loro non è una comunità riconosciuta dalla Chiesa. Vivono insieme e si dedicano alla preghiera"

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Era il 19 febbraio 2018, quando sei monache del monastero delle ’Clarisse Adoratrici del Cuore Immacolato di Maria’ a Porto Viro, uscirono dal convento, coperte solo da vestaglie laiche, per recarsi in un immobile privato a Villadose, in seguito alla controversa vicenda che le vide protagoniste assieme all’ex abbadessa, suor Giuliana Ravagnan, di una storia relativa al crack della Banca Popolare di Vicenza. Ora, le ex monache clarisse, con l’aiuto dei famigliari e di persone sostenitrici, si sono trasferite in questi giorni in una casa privata nel territorio della parrocchia di Bottrighe. Uno scisma conventuale, considerato chiuso da tempo dal vescovo della diocesi di Chioggia Adriano Tessarollo, di cui fa parte il territorio del comune di Porto Viro, mentre per sua eccellenza Pierantonio Pavanello della diocesi di Adria-Rovigo, la posizione delle ex monache merita un chiarimento. "Nonostante vestano in un modo che richiama l’abito monastico e conducano vita comune – dice il vescovo Pavanello – va chiarito che non si tratta di una comunità religiosa riconosciuta dalla Chiesa, ma di donne laiche che fanno vita in comune e si dedicano alla preghiera. Queste fedeli si sono allontanate di propria iniziativa dal monastero di Porto Viro: non avendo accolto i provvedimenti presi dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e confermati da Papa Francesco, hanno chiesto loro stesse di lasciare il monastero e di essere dispensate dai voti, ritornando cosi allo stato laicale. Come vescovo della diocesi di Adria-Rovigo esprimo rispetto per le scelte compiute dalle ex clarisse, ma allo stesso tempo mi sembra doveroso rendere noto che, seguendo Ie indicazioni ricevute dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata, non intendo dare alcun tipo di riconoscimento canonico a questo gruppo di donne laiche, a cui pertanto non viene concesso ciò che è specifico delle comunità religiose , come la possibilità della celebrazione eucaristica in casa e la custodia dell’eucarestia". A sostenere le sei ex monache sono stati i famigliari e i fedeli che assicurano che continueranno a supportare e a donare quanto potranno, per rendere possibile il loro volere: continuare a condurre una vita riservata, pregando. Si è scoperto dunque il vero motivo per il quale le ex clarisse hanno deciso di abbandonare il monastero di Porto Viro. La scelta di annullare i voti ha comportato un cambiamento sia nella dimora che nella loro vita. Fondamentali sono stati per loro gli aiuti che hanno ricevuto nel corso degli anni e che hanno permesso il trasferimento a Bottrighe.

Guendalina Ferro