Leva obbligatoria, ok del Veneto. Bottacin: "Sono orgoglioso"

L’assessore regionale: "Ora il testo verrà trasmesso al Parlamento"

Il consiglio regionale

Il consiglio regionale

Rovigo, 20 settembre 2018 - Il Veneto vuole la reintroduzione della leva. Questo il chiaro messaggio lanciato dal progetto di legge statale di iniziativa regionale approvato dal consiglio regionale, dopo una lunga battaglia in aula scatenata da una manovra ostruzionistica capitanata dal Pd, che ha votato contro il provvedimento insieme a Leu e al Movimento 5 stelle.

Nessuna apertura, infatti, è arrivata da parte della maggioranza, anche perché l’argomento stesso del progetto di legge poco si prestava: o si chiede al governo di reintrodurre la leva oppure no, ovviamente al netto di dettagli come la durata della leva stessa, qui fissata in otto mesi.

In base alla norma, che ora sarà inviata al Parlamento e, forse, sarà discussa dal governo, uomini e donne italiani dovranno espletare un servizio militare di otto mesi tra i 18 e i 28 anni d’età, compatibilmente con il loro percorso scolastico. I diretti interessati potranno ovviamente scegliere se svolgere servizio militare o civile. Otto mesi di servizio militare obbligatorio per tutti gli italiani. Lo vuole la Regione Veneto.

Martedì in consiglio regionale è stato approvato il progetto di legge statale volto a reintrodurre il servizio di leva obbligatorio, fatta salva la possibilità di fare il servizio civile.

Cosa cambia da domani? Nulla perché stiamo parlando di prerogative del parlamento. Serve l’approvazione di Camera e Senato. «Ora il testo sarà trasmesso al Parlamento per proseguire il suo percorso — ha dichiarato infatti l’assessore Gianpaolo Bottacin — ma posso dire con orgoglio che oggi il Veneto ha messo una prima pietra importante per rinsaldare quel desiderio di appartenenza al gruppo che solo con un esperienza di questo tipo si può affermare». Hanno votato a favore Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lista Zaia, Lega Nord, contro il Movimento 5 stelle, il Pd e LeU. L’alleato di governo della Lega a Roma dunque, a Venezia, ha si è espressa contro. Non un bel segnale per chi desidererebbe che diventasse legge la proposta promossa dal presidente della Regione, Luca Zaia. Secondo la proposta del Veneto la scelta tra servizio civile o militare, prevista in maniera paritaria per gli uomini e le donne, potrebbe essere fatta da ciascun soggetto prima dello svolgimento del servizio, da assolversi nel periodo di tempo tra la maggiore età e il compimento dei ventotto anni compatibilmente con il percorso scolastico del cittadino. Per la scelta del servizio militare potrebbero essere valutate le diverse opportunità di ferma e resterebbe la possibilità di scegliere il servizio civile. «Sull’aspetto dell’introduzione del servizio civile in generale, chiesto dall’opposizione — precisa Bottacin —, abbiamo espresso il nostro nulla osta anche se, va sottolineato, una preparazione di base nella protezione civile credo sia una cosa doverosa per tutti, oltre che un obbligo previsto dalla nuova legge sulla Protezione Civile e anche dalle norme europee».

Ad aprire il dibattito con gli emendamenti è stato Claudio Sinigaglia (Pd) che ricorda come il ministro della Difesa Trenta voglia ridurre da 170 mila a 150 i soldati dell’esercito professionale per evidenti ragioni di spesa pubblica. Il Veneto va nella direzione opposta. Alessandra Moretti e Stefano Fracasso ricordano che si tratta di una proposta di pura propaganda, che fa perdere tempo perché il Parlamento mai approverà la legge del Veneto.

Anche Erika Baldin (M5S) invita a riflettere: «La leva obbligatoria non è nel contratto di governo Lega-M5S, c’è il rischio di finire su un binario morto, senza portare a casa dei risultati». E Manuel Scarabel aggiunge: qui si tratta di salvare il servizio civile, che non può essere vincolato solo alla Protezione civile, come propone l’assessore Gianpaolo Bottacin.

Cristiano Corazzari, assessore alla Cultira, stempera la polemica: «Chi ha fatto il militare ha acquisito un valore aggiunto perché la disciplina serve a raddrizzare certi soggetti come me, che sono indisciplinati»