Rovigo, ecco come è facile entrare nella zona del Maddalena

Il blitz del sindaco Bergamin: "Guardate come è ridotto l’ex ospedale"

Il sindaco Massimo Bergamin all’interno dell’ex ospedale Maddalena

Il sindaco Massimo Bergamin all’interno dell’ex ospedale Maddalena

Rovigo, 13 giugno 2018 - È appena stato querelato con l’accusa di istigazione a delinquere ed ha reagito così, invitando la stampa in un luogo privato, chiuso al pubblico, transennato da una rete, per lanciare accuse ai proprietari che non lo difenderebbero a sufficienza dall’ingresso dei balordi.

Ieri mattina, poco dopo le 10, il sindaco Massimo Bergamin ha chiesto la presenza di cronisti e fotografi all’interno dell’ex ospedale Maddalena perché documentassero il suo sfogo contro l’incuria e la facilità, per i delinquenti, di entrare nell’immobile abbandonato nel cuore della Commenda. Non è escluso che si prepari anche ad espropriare la zona, come avrebbe fatto intendere il primo cittadino. Bergamin era accompagnato dal comandate della polizia Municipale, Giovanni Tesoro, da altri agenti e da giornalisti.

Giallo sulle autorizzazioni all’accesso. I proprietari dell’immobile sono due, le imprese Reale costruzioni e Cefil. Il legale di quest’ultima, Gianni Balzan, la settimana scorsa ha querelato il sindaco, per conto del proprio cliente, in seguito all’invito a mezzo stampa di Bergamin ad occupare il Maddalena.

E per aver detto di essersi sentito «in uno stato di estorsione» parlando della trattativa con Cefil sulla cessione dell’area, poi fallita. Della visita di Bergamin al Maddalena, accompagnato da municipale e stampa, l’impresa Cefil, ieri mattina, di fronte al fatto compiuto ha dichiarato di non sapere nulla. Ed ha negato qualsiasi permesso ad entrare a chi lo ha chiesto. Il sindaco, in un secondo momento, ha fatto sapere di aver avuto l’ok preventivo da Reale.

Il legale di Cefil sta valutando una nuova querela, questa volta per violazione di domicilio. Non prima di aver approfondito lo svolgersi dei fatti. Può darsi che questa volta l’ascia di guerra da parte del comproprietario del Maddalena non venga sguainata. Ma questo episodio è rappresentativo del livello di tensione al quale si è arrivati.

Una vicenda nata due anni fa quando l’amministrazione Bergamin ha firmato un accordo con Cefil e Reale ed ha partecipato ad un bando ministeriale per ottenere finanziamenti pubblici contro il degrado urbano. La maggioranza di centrodestra del consiglio comunale ha successivamente avallato la linea della giunta e il Ministero aveva concesso 13,5 milioni di euro per la riqualificazione dell’immobile ed altri lavori pubblici, prevalentemente la sostituzione di vecchi sotto servizi in alcune strade della Commenda. Ma rispetto all’accordo iniziale, quello del 2016, le carte in tavola sono cambiate.

A Reale le nuove condizioni vanno bene. A Cefil no. Quindi a rischio c’è come minimo la riqualificazione dell’ex Maddalena. Nel peggiore dei casi anche il finanziamento di 13,5 milioni.