Rovigo, sempre meno medici in ospedale

Il 23 novembre i camici bianchi sono pronti allo sciopero

Medici

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Rovigo, 12 novembre 2018 - I camici bianchi dell’Ulss 5 sono pronti ad incrociare le braccia contro la grave crisi dell’organico che sta mettendo a rischio il diritto alla salute anche di migliaia di polesani. «Lo sciopero dei medici - spiega il segretario della Cgil Medici Davide Benazzo - è  previsto il 23 novembre. In contemporanea, organizzeremo una manifestazione davanti all’ospedale Santa Maria della Misericordia chiedendo la partecipazione anche del rimanente personale dell’Ulss per il drammatico problema degli organici che tocca tutti i settori e professionalità».

Ad aderire alla manifestazione  le segreterie provinciali della Dirigenza Medica: Cgil Medici, Uil Fpl,  Anaao, Assomed, Aaroi Emac e Cimo. Tante le problematiche emerse, venerdì scorso  in Cittadella,  durante l’ultima assemblea generale dei medici e veterinari dell’ulss 5. «I camici bianchi - spiegano i sindacati-  si ritrovano a fare i conti anche con la mancanza, dopo 10 anni, di un rinnovo della contrattazione, nonostante le numerose richieste avanzate alla Regione e al Governo».

I medici polesani hanno poi lanciato un grido d’allarme per la tenuta stessa della sanità pubblica e per l’insostenibile situazione in cui si trovano ad operare il personale sanitario. Organici pesantemente al di sotto dei livelli necessari ad erogare i servizi sanitari. «Basti pensare - spiega Benazzo -  alla riduzione della pianta organica dell’Ulss da 620 medici, mentre ne sono presenti solo 479, ad un fabbisogno certificato dalla Direzione Generale a 533 che viene bocciato dalla Regione per motivi economici e ridotto ulteriormente a 503, ben al di sotto del bisogno prima certificato e delle autorizzazioni alle assunzioni prima concesse, scelta politica ad un futuro di carenza organica dei professionisti e di un taglio dei servizi con le future schede ospedaliere».

Se la programmazione dipinge uno scenario drammatico la situazione ora presente è ancora più pesante. «Abbiamo guardie notturne - precisa il sindacalista -  di un solo medico con 160 ricoverati in più servizi. Il frequente utilizzo di medici con contratti di collaborazione già andati in pensione e il  ricorso ad appalti con cooperative esterne ( come succede pee il Pronto Soccorso di Rovigo e Suem 118). L’ attività chirurgica viene poi mantenuta solo grazie ad un costante straordinario ben oltre l’orario di  lavoro e che rischia la riduzione per la mancanza di anestesisti».

Nell’Ulss 5 ci sono poi reparti dove i medici fanno costantemente 45/50 ore di lavoro settimanali con un numero di casi da seguire ben al di sopra di quella soglia che permette di assicurare la qualità e la sicurezza, come nell’area internistica, ma non solo. Reparti, come la pneumologia, dove il servizio viene integrato da personale medico di altri reparti internistici già fortemente in difficoltà (Medicina, Geriatria, Oncologia/Oncoematologia e Malattie Infettive) con ricadute drammatiche anche sull’organizzazione dove nello stesso reparto di 15 posti letto ruotano 5 specialità.

«Negli ospedali polesani  - spiegano i sindacati- ci sono servizi che vanno avanti con personale addirittura dimezzato. Una situazione divenuta insostenibile e che porterà i camici bianchi a manifestare per chiedere a Governo e Regione un intervento immediato nei salvaguardare il diritto dei cittadini di essere curati».