Rovigo, pochi medici negli ospedali. "Reparti verso il collasso"

Il presidente dell’ordine: "Far ricorso ai dottori pensionati non è la soluzione"

Francesco Noce presidente dell’ordine «Pronti a collaborare»

Francesco Noce presidente dell’ordine «Pronti a collaborare»

Rovigo, 8 settembre 2019 - Mancano 1.300 medici, 50 dei quali a Rovigo, nei pronto soccorso e nei reparti di medicina e geriatria degli ospedali. E mancano anche 3.000 infermieri, tecnici e oss. La sanità veneta è nell’emergenza per la carenza di personale e il governatore Luca Zaia ha messo le mani avanti con delibere che prevedono l’assunzione di 500 medici neolaureati. Un’iniziativa che sta facendo discutere. Prende la parola il presidente dell’ordine regionale dei medici Francesco Noce.

Mancano 50 medici, una situazione fisiologica rispetto al 'buco' regionale?

"«Il pronto soccorso funziona ancora con medici delle cooperative, molti non hanno la specializzazione per urgenze ed emergenze, adesso si sta tappando il buco, ma non si potrà andare avanti così. E nei reparti di medicina e geriatria si va avanti grazie al sacrificio del personale con il ricorso allo straordinario».

Si è fatto ricorso ai pensionati per contenere i disservizi. L'ordine è favorevole a questa soluzione?

"Si tratta di una soluzione tampone. Ci sono validissimi medici pensionati ed è un peccato perdere queste professionalità, certo che non è questo il futuro. Bisogna che siano i medici giovani a essere inseriti negli organici".

Le delibere regionali del 14 agosto puntano ad assumere 500 giovani neolaureati nei pronto soccorso e nei reparti di medicina e geriatria. A che punto siamo? 

«Abbiamo chiesto un incontro al presidente Zaia che si è svolto il 27 agosto. A fronte delle nostre perplessità, abbiamo trovato un’apertura da parte di Zaia che ci ha chiesto di proporre altre soluzioni, condividendo le sue preoccupazioni sulla carenza di medici. Dopo un incontro con le università di Padova e Verona siamo stati in grado di fornire alla Regione le nostre proposte».

Quali sono?

«Verifica dell’effettiva carenza di medici nei reparti; stabilizzazione dei precari assunti per poter determinare le esigenze di copertura degli organici; utilizzo dei medici specializzandi, quei medici che potrebbero essere spediti negli ospedali per terminare la formazione; valutazione della possibilità di ampliamento delle reti formative. Infine abbiamo proposto l’utilizzo delle risorse già nella disponibilità della Regione per aumentare i contratti regionali».

I sindacati dei medici, Anaao-Assomed, hanno annunciato ricorso sulle delibere regionali per l'assunzione di 500 neolaureati. Come giudica questa iniziativa?

«Ci rapporteremo coi sindacati per trovare delle soluzioni fermo restando che la formazione spetta agli Ordini».