Miles Davis e Picasso, la forma della musica

Progetto del Teatro sociale con il Conservatorio che punta a riscoprire i due artisti, in un binomio ideale di note e immagine

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Continuano gli appuntamenti della rassegna "#iostoateatro" pensata per tornare, quanto meno virtualmente, al Sociale. Sul canale YouTube del teatro è possibile ascoltare concerti online. Proprio in questi giorni è stato dato avvio ad una nuova rubrica pensata per ricordare Miles Davis con tre concerti del dipartimento jazz del conservatorio Francesco Venezze. Gli eventi si sono svolti all’interno del cartellone "Il Jazz in… Comune" organizzato dall’assessorato alla Cultura in collaborazione con il Rovigo Jazz Club. Una rassegna che ha legato il Sociale al Conservatorio. Il ciclo di concerti in onore di Davis, realizzato con il coordinamento di Claudio Donà, docente di storia del jazz, ha visto ospiti al Ridotto i docenti e i migliori allievi del dipartimento jazz del Venezze, in un progetto ideato che ha voluto percorrere il binomio di musica e pittura. L’unico artista del ‘900 a cui in qualche modo può esser assimilato Miles Davis, per la sua camaleontica capacità di rinnovarsi senza mai perdere una forte identità, non è infatti un musicista ma un pittore, Pablo Picasso. Si tratta di un grande talento del jazz, apprezzato da tutti, ancora oggi indimenticabile nelle sue virtuose esibizioni che vengono ricreate ad hoc in questa occasione grazie ai giovani musicisti rodigini. È nata così l’idea di collegare tre importanti fasi stilistiche della produzione di Davis ad altrettanti momenti del percorso artistico di Picasso, ovvero i periodi impressionista, cubista ed espressionista. Il 28 febbraio 2019 il concerto è stato dedicato a "Miles Impressionista", nell’interpretazione del quintetto guidato da Fabio Petretti, nativo di Cesena, raffinato compositore e arrangiatore, sassofonista. Petretti, figura di spicco del jazz italiano, ha reso un omaggio al Miles Davis di fine anni ’50, che ha toccato il suo apice con l’album intitolato "Kind of Blue", ancora oggi sicuramente il disco jazz più venduto di sempre, uscito nel 1959. Il sassofonista romagnolo è stato affiancato da quattro allievi del dipartimento jazz del conservatorio, a conferma della grande crescita qualitativa dei giovanissimi musicisti del dipartimento. Gli appassionati hanno avuto modo di ascoltare pietre miliari come "So What" e "All Blues", ma anche altri brani del repertorio di quegli anni, eseguiti da una delle più classiche formazioni del jazz moderno, il quintetto con sax e tromba più sezione ritmica. Con il maestro Fabio Petretti si sono esibiti Andrea Giovannitti alla tromba, Daniele Bartoli alla chitarra, Filippo Cassanelli al contrabbasso e Manuel Giovannetti alla batteria. Le riprese video sono a cura di Carlo Alberto Schiesaro. Si arricchisce dunque la rassegna di appuntamenti virtuali che si susseguono nel canale YouTube del Teatro Sociale. Intanto scatta il conto alla rovescia per poter ascoltare i concerti dal vivo, tutta un’altra musica.

Giorgia Brandolese