MARIO TOSATTI
Cronaca

Il mistero dei dischetti in plastica sulle spiagge di Rosolina Mare

Non è ancora chiaro che cosa sono e da dove potrebbero arrivare: in grande parte sono stati raccolti dai volontari. La preoccupazione di cittadini e politica: “Ambiente delicatissimo, si rischiano danni irreparabili”

Il mistero dei dischetti in plastica sulle spiagge di Rosolina Mare

Rosolina (Rovigo), 24 gennaio 2025 – Si tratta di uno ‘strano’ rifiuto portato dal mare o forse dai fiumi. Nelle scorse settimane a notare tutto alcuni abitanti di Rosolina Mare, zona balneare del basso Polesine.

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Cosa sono i dischi di plastica in spiaggia a Rosolina? La prima ipotesi

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I ‘dischetti’ di plastica (foto), per la sua forma circolare di colore nero (video), sono stati segnalati anche sui canali social anche dalla community ‘Chi ha paura del buio?’, dai quali è partita anche una ricerca a ‘capire’ cosa fossero e da dove provenivano. Dischi di plastica, leggermente flessibili, ritrovati a centinaia e poi raccolti grazie al lavoro volontario di molti cittadini, preoccupati nel ‘pulire’ l’area balneare meta di molti turisti anche in questo periodo e soprattutto in estate. Un mistero, quindi, ma che nei giorni ha ‘svelato’ qualche certezza in più, ovvero, che questi ‘dischetti’ sarebbero dei corpi di riempimento per impianti di depurazione biologici MBBR (Moving Bed Biofilm Reactor).

Il primo cittadino di Rosolina: “Numeri non veritieri”

Una notizia che chiaramente, anche grazie alle foto e commenti sui social, ha catalizzato l’attenzione di molti. Tra questi anche quella del sindaco del Comune di Rosolina, Michele Grossato, il quale dopo alcuni accertamenti precisa come: “Si sono stato messo al corrente della vicenda, non si conosce la provenienza, ma è un fenomeno già scomparso dalle spiagge, ovvero i numeri della segnalazione non sono veritieri. Qualche dischetto c'era la scorsa settimana. Ad oggi non c'è più nulla. Inoltre, una volta appreso di quanto ritrovato ho sentito i carabinieri della forestale e la Capitaneria di porto, ma non hanno notizia in merito e non ne sapevano nulla”.

Neri e leggermente flessibili: non è ancora stato chiarito da dove sono arrivati i dischetti di plastica trovati sulle spiagge di Rosolina

Mancin: “Sono filtri per impianti di depurazione”

Riccardo Mancin coordinatore di Plastic Free, nel merito del ritrovato di questi ‘dischetti’ neri, spiega come: "Si, il passaparola sui social ha fatto svelare l'arcano. Come avevo intuito fin dall'inizio si tratta di filtri per impianti di depurazione di ultima generazione, a quanto pare rarissimi in Italia, ma che possono arrivare da qualche impianto dell'alto Adige visto che il ritrovamento è soprattutto a nord del litorale dunque alle foci del fiume. Oppure, a mio modo di vedere, possono essere stati sversati in mare da qualche nave che li usa per pulire i serbatoi”.

“Raccolti dai volontari”

Su quanti ‘dischetti’ neri siano ancora presenti sul litorale basso polesano, Riccardo Mancin precisa: “Al momento tanti sono stati raccolti, ma secondo me ce ne sono ancora. Prima o poi arriveremo a capire cosa siano quei dischetti che hanno invaso il litorale di Rosolina ma ahimè, anche qualora si chiarisse di cosa si tratta senza una tracciabilità come sempre sarà dura trovare l’autore dell’abbandono. Idem per i tanti medicinali e dispositivi medico ospedalieri e veterinari che si spiaggiano in queste zone. Andiamo avanti a sensibilizzare, mantenendo viva la speranza che chi di dovere non faccia sempre spallucce di fronte alle nostre segnalazioni e proposte”.

A ringraziare i tanti volontari all’opera per liberarare la spiaggia è anche la minoranza del consiglio comunale: “Grazie all’impegno e alla dedizione di numerosi cittadini e attivisti – plaude il consigliere Francesco Biolcati – è stato possibile raccogliere una parte significativa di questi materiali inquinanti, liberando le nostre spiagge da una presenza invasiva che avrebbe potuto arrecare danni irreparabili al nostro territorio. Desidero ringraziare sinceramente tutti coloro che si sono prodigati per questa causa, dimostrando ancora una volta quanto sia forte e attivo il senso di comunità nella nostra Rosolina. Tuttavia, non possiamo fermarci qui. Rivolgiamo un appello urgente a tutte le istituzioni competenti, dalla Regione Veneto agli enti nazionali, affinché venga fatta chiarezza su questo fenomeno”.

La preoccupazione della politica

Biolcati sottolinea anche la preoccupazione dei cittadini: “Rosolina Mare è una località nota per la sua bellezza naturale e luna riserva unica nel suo genere. Questi oggetti, che sembrano provenire da un sistema di trattamento delle acque chiamato MBBR (Moving Bed Biofilm Reactor), sono elementi utilizzati nei processi di depurazione per la crescita di batteri che trattano le acque reflue. I dischetti, di piccole dimensioni, sono progettati per resistere a condizioni ambientali difficili, e questo ne rende il recupero particolarmente complesso, oltre a rappresentare un grave rischio per l’ecosistema marino e costiero”.

Da dove vengono?

Biolcati pone alcuni quesiti utili ad indagare sull’origine di questi ‘dischetti’. In primis capire se provengono dai fiumi Po o Adige (che però non hanno fatto registrare piene particolari in questi ultimi giorni) e sono stati trasportati fino al mare, oppure se sono stati accidentalmente sversati da un impianto di depurazione e se sono stati spinti sulla costa da correnti marine. “Una risposta chiara e tempestiva – conclude Francesco Biolcati – è necessaria per garantire che simili episodi non si ripetano e per proteggere il nostro fragile ecosistema costiero. Allo stesso tempo, chiediamo che siano intensificati i controlli e gli interventi per preservare la bellezza e la salubrità del nostro territorio, che rappresenta un patrimonio prezioso per la comunità e per i tanti visitatori che scelgono Rosolina Mare”.