Morti a New York, overdose per Nogaris e Picelli? Le famiglie: "Vogliamo la verità"

Sulle ipotesi del decesso si aspetta il riscontro del medico legale, intanto il padre di Luca Nogaris respinge la pista dell'eccesso di droga

Nei riquadri: Alessio Picelli (a sinistra) e Luca Nogaris (a destra)

Nei riquadri: Alessio Picelli (a sinistra) e Luca Nogaris (a destra)

Rovigo, 12 agosto 2022 – In città non si parla d’altro. Dolore, incredulità, cordoglio per le famiglie e tanti interrogativi che attendono una risposta concreta. La notizia della morte dei due polesani a New York ha scosso tutti. La polizia americana starebbe indagando per una possibile overdose, ipotesi respinta dalla famiglia delle vittime. Giallo sul decesso di Luca Nogaris 39 anni di Rovigo, artigiano imbianchino, sposato con Stefania e padre di tre figli, e Alessio Picelli, 48 anni, sposato, imprenditore e socio con un altro collega della società ‘Helementi Interiors’ che ha sede a Rovigo, originario di Villadose, ma da tempo era residente a Rovigo. Entrambi e un terzo collega della provincia di Verona, da circa un mese avevano affittato un appartamento nel seminterrato del Queen's sulla 29/A strada.

Alessio Picelli
Alessio Picelli

Viaggio di lavoro

I tre erano nella Grande Mela per valutare un progetto di ristrutturazione di una casa, che gli era stato commissionato. Sul fatto indaga la polizia newyorkese, ma cruciale sarà quanto emergerà dall’esame autoptico che verrà disposto sui copri dei due polesani. Infatti, si tratta di capire cosa possa aver generato la morte, pressoché temporanea di Luca Nogaris e Alessio Picelli, quest’ultimo trovato già senza vita dal terzo socio, che era uscita per acquisti, mentre Nogaris i sanitari hanno cercato di rianimarlo senza riuscirci. Le ipotesi emersi dai media americani e dal noto quotidiano ‘Daily News’, citando fonti della polizia newyorkese, riporta come potrebbe esserci il sospetto che i due italiani siano morti per una possibile overdose. Sulle ipotesi sulle cause della morte, per una presunta overdose, emerse dai quotidiani americani e fonti della polizia newyorkese il papà di Luca, Flavio Nogaris dubita: “Ho appreso di questa tesi, ma non riesco a crederci in quanto mio figlio non era sicuramente una persona che pensava a queste cose. Secondo me potrebbe essere qualcosa che abbia ingerito e avvelenati. Era uno che lavorava, il fatto di andare all’estero credo fosse stato convinto da amici, anche perché lui ne aveva lo stesso lavoro”.

Overdose: la pista giusta?

Tra la giornata odierna e massimo sabato dovrebbe rientrare in Italia il terzo socio della provincia di Verona, che ha trovato i due colleghi senza vita nell’appartamento. A tal proposito sempre il padre di Luca Nogaris anticipa che: “Vogliamo parlare con lui quando torna, per capire da lui cosa è successo realmente, in quanto era presente e viveva con mio figlio e l’altro socio nello stesso appartamento. Vogliamo avere delle risposte”. Dettagli e certezze che potranno essere date solo con l’autopsia, che sarà disposto dalle autorità giudiziaria della Grande Mela, per determinare le reali cause del decesso dei due giovani, nella notte dei mercoledì 10 agosto nel Queen’s. Alessio Picelli era un arredatore di interni. Quest'ultimo, con un altro socio, era anche titolare di un’attività di arredo-design nel capoluogo polesano. Il suo socio Gianpietro ha voluto fare solo un breve commento sulla tragedia: «Stiamo cercando di capire cosa è successo: “Alessio - ha detto - era molto più che un socio, era un amico. Abbiamo avuto la notizia ieri mattina, sono due giorni che non dormo». L'uomo lascia la moglie.