"Moschea, stop a Lendinara: non è un'azienda"

Il Comune: "In quella zona solo attività artigianali, la richiesta del gruppo islamico verrà bocciata"

IL CASO CHE SCOTTA Una patata bollente sul tavolo del sindaco Luigi Viaro

IL CASO CHE SCOTTA Una patata bollente sul tavolo del sindaco Luigi Viaro

Lendinara (Rovigo), 29 novembre 2021 - Non fa una grinza il ragionanemento di Fabrizio Pavan, consigliere d’opposizione a Lendinara. Che, in sintesi, dice: "Nessuno impegna risorse importanti, come l’acquisto di un capannone, se non intende aprire una attività artigianale. Così come l’investimento lo fa se ha garanzie dal sindaco di poter procedere all’utilizzo del capannone come luogo di culto islamico". Si tinge di giallo la questione della moschea a Lendinara. Anche perché, nonostante la maggioranza si stia stracciando le vesti nel ribadire il no alla realizzazione, la richiesta per il cambio di destinazione d’uso dell’ex impresa dove si producevano le uova di cioccolata in luogo di culto per la religione islamica è arrivata sul tavolo del Comune. Del resto questa spinosa questione sta facendo discutere ormai da giorni i residenti che si sono divisi tra favorevoli (pochi) e contrari (molti).

Dal cioccolato al culto islamico, l’ex fabbrica cambia tra le proteste

Tra chi dice che l’accordo con il Comune c’è (molti) e chi sostiene che l’amministrazione ha detto no alla richiesta di fare una moschea. "Si continua a discutere un argomento la cui risposta appare ovvia", cercano di frenare le forti polemiche tra i banchi e di rasserenare il clima nella cittadina Loris Tietto, capogruppo di Impegno Civico per Lendinara, e Davide Bernardinello capogruppo di Civici Indipendenti. "Nel mio ruolo di consigliere con delega all’urbanistica – l’intervento di Bernardinello – avevo già illustrato in consiglio il procedimento che seguirà la domanda pervenuta al nostro ufficio".

La domanda quindi c’è, nero su bianco. "L’immobile acquistato da un’associazione culturale musulmana – riprende – è inglobato nella zona destinata ad insediamenti industriali e artigianali. Qualsiasi richiesta di un’associazione di natura religiosa o simile è in contrasto con gli obiettivi e gli usi previsti per la zona industriale". E per tagliare la testa al toro presenta un elenco. "Lì sono ammesse esclusivamente – le sue parole – attività industriali, artigianali, pubblici esercizi per superfici non superiori a 200 metri quadrati, attività commerciali all’ingrosso, al dettaglio con esercizi di vicinato e medie strutture di vendita. Tra le destinazioni ammesse dal piano – conclude – non ci sono le strutture associative di natura religiosa, che pertanto sono escluse". Tutto chiaro, tutto risolto? Non proprio. Ancora Pavan: "La gente mi ferma per strada e mi chiede se fanno la moschea. Io dico che devono conoscere la verità. Chi sta bleffando? Sindaco non scarichi la colpa sugli uffici, non sono loro a dover fare le scelte politiche".