Rovigo, chiude l'Ortofrutta di via Pascoli. Gianni saluta i clienti dopo 47 anni

"Buona vita", ecco il dolce saluto del fruttivendolo

Gianni Zanella davanti alla porta del suo negozio

Gianni Zanella davanti alla porta del suo negozio

Rovigo, 4 luglio 2019  «Il viaggio del negozio è ormai al termine. Qui fermi al capolinea, vogliamo innanzitutto ringraziare i clienti che hanno creduto in noi, che hanno apprezzato il nostro lavoro e i nostri prodotti . Buona vita e sempre sorrisi e gioia a tutti voi». Una commovente scritta affissa sul muro vicino alla serranda abbassata per sempre del negozio ‘Ortofrutta’ in via Pascoli a Rovigo. Dopo 47 anni, Giovanni Zanella, che tutti chiamano Gianni, arrivato all’età di 70 anni, chiude l’attività portata avanti con la moglie Eleonora e lo fa con un gesto insolito , usando parole che condensano l’emozione della fine di un’impresa con l’orgoglio di essere stato un commerciante che ha amato il suo lavoro.

Ad un certo punto, ha deciso di smettere, perché?

«L’ho fatto per motivi di salute_ rivela Giovanni Zanella_ sono stato operato due volte ed i tempi di recupero si profilavano troppo lunghi per un lavoro così impegnativo. Così ho detto basta». Quella scritta affissa alla serranda abbassata, suscita un’emozione particolare in chi la legge, è un messaggio che viene dal cuore in un mondo sempre più arido e tecnologico. Ad un certo punto lei ringrazia i clienti «che hanno condiviso la quotidianità e ci hanno offerto amicizia e stima».

Perché lo ha fatto?

«Era doveroso lasciare quella scritta perché volevo informare e nello stesso tempo ringraziare i miei clienti. Nella vita ho avuto amarezze ma anche delle soddisfazioni. Con la scritta ho voluto anche dire che non c’è solo il denaro, gli affari, ma anche la passione e l’attaccamento a una professione. Per più di vent’anni ho lavorato ininterrottamente e le ferie non sapevo neanche cosa fossero».

Lei ha iniziato nel 1972, erano altri tempi dal punto di vista economico. Come ha scelto di fare il fruttivendolo?

«Gli anni ‘70 erano veramente diversi, praticamente sono nato facendo questo lavoro, mio nonno era fruttivendolo e quindi un po’ ho imparato da lui. A dir il vero volevo studiare, ma la mia vita ha preso un’altra piega. L’altro giorno ho trovato la pagella di quarta elementare, avevo dei bei voti e adesso che ho chiuso il negozio e posso fare dei bilanci devo dire che qualche rimpianto ce l’ho. Ma evidentemente era destino, avrei potuto studiare e fare un lavoro diverso, ma poi nella vita ci si adatta».

Un fruttivendolo, secondo la sua esperienza, cosa deve fare per durare nel tempo?

«Deve lavorare con passione come ho fatto io e non come si sente oggi pensando solo al profitto . E deve metterci anche devozione in quello che fa. Inoltre deve essere sempre all’avanguardia affrontando le novità con umiltà. Lo dico per esperienza perché c’è sempre un’evoluzione in atto che modifica le cose nel mestiere, non si può fermare il progresso. Pur avendo iniziato negli anni ‘70 , mi sono sentito ignorante e con questo spirito ho affrontato tutti i cambiamenti».

Quali consigli darebbe ai giovani che vogliono aprire oggi un negozio di frutta e verdura?

«Consiglio di stare aggiornati e di non stancarsi mai di capire e di imparare perché in questo mestiere non si è mai professori di niente».