Nuovo tribunale, ex Banca d’Italia in pole

Dopo i sopralluoghi dei tecnici ministeriali la soluzione economicamente più vantaggiosa sarebbe l’immobile di via Domenico Piva

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di Tommaso Moretto

ROVIGO

I tecnici inviati dal Ministero si sono pronunciati. Per loro la soluzione più adatta è un nuovo tribunale in tre sedi staccate. Il giudice di pace e gli uffici notifiche resterebbero in via Verdi, nell’attuale sede, confinanti con il carcere minorile che è in fase di trasferimento da Treviso nel vecchio carcere di via Verdi, previa ristrutturazione. Le aule d’udienza invece finirebbero all’ex Banca d’Italia di via Domenico Piva che ospiterebbero anche parte degli uffici ma non tutti perché buona parte troverebbero posto all’interno della attuale sede della Provincia di viale Della Pace.

Nonostante ci siano due palazzi da acquistare, l’ex banca appunto e il palazzo della Provincia, secondo i conti dei due esperti arrivati da Roma per i sopralluoghi ci sarebbe un risparmio di circa 500 mila euro rispetto alla soluzione proposta dal Demanio, cioè l’ex questura con demolizione e ricostruzione sulla ex caserma Gattinara che costerebbe circa 16 milioni di euro secondo le prime stime. Circa il 3 per cento in meno invece l’ex banca d’Italia.

Leggendo la corposa relazione dei tecnici ministeriali si scoprono i loro dubbi che toccano in realtà entrambe le soluzioni. Anzi, a dire il vero iniziano valutandone tre ma una è soltanto una variante già scartata della opzione ex questura. Le criticità emerse sull’ipotesi di vicolo Donatoni (ex questura) sono la difficoltà tecnica nel realizzare un parcheggio interrato, il problema degli espropri per allargare il passaggio delle auto da via Sacro Cuore e l’iter burocratico da squadernare per l’approvazione della variante necessaria all’intervento. Insomma, problemi già noti che secondo i tecnici del ministero non impediscono l’intervento ma lo complicherebbero molto.

Sulla Banca d’Italia fanno presente che l’amministrazione comunale avrebbe proposto un parcheggio sopraelevato a più piani. Le difficoltà invece sono legate all’acquisto, al poco spazio e all’organizzazione degli spazi interni non immediatamente funzionale alle esigenze di un palazzo di giustizia. In più, ad aggiungere incertezza sull’esito della vicenda, c’è la Guardia di Finanza che si è fatta avanti con una proposta d’acquisto della ex Banca d’Italia. Anche loro sono da tempo alla ricerca di una nuova sede e la presenza di appartamenti signorili all’ultimo piano sarebbe un punto a favore dell’investimento. Dalla lettura della relazione dei tecnici ministeriali venuti a Rovigo appositamente per valutare ex questura ed ex banca d’Italia emergerebbe dunque una vittoria ai punti di quest’ultima soluzione. Un verdetto non sorretto da particolare entusiasmo perché nessuna delle due ipotesi sembra, a giudizio degli esperti, il luogo ideale e più economico dove realizzare l’intervento.

La vicenda però non è chiusa. Verrà convocato a breve un tavolo permanente che dovrebbe portare alla decisione finale e vi parteciperanno prefettura, demanio, ministero della Giustizia, presidente del tribunale, procuratore, Ordine degli avvocati e il sindaco Edoardo Gaffeo come uditore non votante.