Occhiobello, in marcia per la pace. "Dobbiamo scuotere le nostre coscienze"

Un corteo silenzioso di persone ha camminato tra Occhiobello e Santa Maria Maddalena. partita anche la raccolta fondi per i profughi ucraini

Un momento della marcia per la pace

Un momento della marcia per la pace

Occhiobello, 4 Aprile 2022 – Una marcia per dire ‘mai più guerre’. Nella mattinata di sabato si è tenuta una camminata per la pace organizzata dalle parrocchie di Occhiobello e Santa Maria Maddalena e patrocinata dal Comune di Occhiobello, presenti diverse delegazioni di associazioni locali. Il luogo di ritrovo dell’iniziativa è stata la casa della cultura ‘Silvio Voltani’ in via Savonarola ad Occhiobello, qui gli interventi del parroco don Patrizio e della sindaca Sondra Coizzi, che hanno ricordato il significato della marcia, ribadendo la necessità di ricercare la pace.

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Un momento della marcia per la pace
Un momento della marcia per la pace

A seguire è iniziata la camminata partita da via Savonarola Occhiobello, per poi percorre la pista ciclabile lunga l’argine del fiume Po e arrivare al Parco di Via Calvino a Santa Maria Maddalena, passando per il viale dei nati e via della pace. Presente associazioni, cittadini e famiglie, oltre una rappresentanza dell’amministrazione comunale di Occhiobello. “L’iniziativa - dicono gli organizzatori - è nata per scuotere le nostre coscienze, che si stanno abituando agli orrori della guerra: le immagini di distruzione che passano per i telegiornali ci stanno anestetizzando, abituandoci anche alle peggiori violenze vicino a casa. È stato un momento simbolico di fratellanza, uniti dalla richiesta di pace, che non deve provenire solo dalle piazze blasonate delle grandi città, ma risvegliarsi in tutti noi, anche nei piccoli Comuni".

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Ma non solo. "Ci sono già molte organizzazioni che stanno lavorando per la raccolta di beni e risorse a favore dei profughi. Non vogliamo sostituirci - concludono i parroci - a queste attività, ma abbiamo voluto organizzare qualcosa di simbolico ma concreto per far sentire la nostra voce, e anche per sollecitare i più giovani ad una cultura della pace e non dell’indifferenza”.