Occhiobello 'ndrangheta al nord, procuratore Falvo fa il punto: "E' colonizzazione"

Camillo Falvo parla della lotta alla ‘ndrangheta, è intervenuto oggi al convegno tenutosi in casa di cura Santa Maria Maddalena

Da sinistra il professor Franco Pellegrini, Camillo Falvo e Vittorio Morello

Da sinistra il professor Franco Pellegrini, Camillo Falvo e Vittorio Morello

Occhiobello, 15 giugno 2022 – “La delocalizzazione delle cosche mafiose al nord è stato trascurato per troppo tempo: ce ne siamo resi conto nell’ultimo decennio solamente dopo la celebrazione di importanti processi a Milano, Torino, in Veneto ed in Emilia Romagna dove si è celebrato il maxi processo ‘Aemilia’ che ha rappresentato un intervento storico contro la mafia al nord”. A dirlo è stato Camillo Falvo a margine del convegno organizzato nel pomeriggio di mercoledì 15 giugno dalla Casa di Cura ‘Santa Maria Maddalena’. Falvo, già Pm a Rovigo a metà anni ‘90, magistrato addetto alla direzione distrettuale antimafia in Sicilia (Messina) e Calabria (Catanzaro) ed ora procuratore della Repubblica al Tribunale di Vibo Valentia lancia l’allarme sulle infiltrazioni mafiose al Nord.

“Ci vuole una particolare attenzione - ha detto Falvo - Stiamo lavorando molto con le Procure e le direzioni distrettuali antimafia per cercare di far comprendere quanto la criminalità organizzata, ed in particolare la ‘ndrangheta, che ha un potere economico rilevantissimo, stia investendo in questi territori. I cittadini devono acquisire consapevolezza di come funziona il metodo mafioso, isolandolo immediatamente. A differenza del sud qui al nord ci sono degli antidoti perchè, dal punto di vista culturale si ha la tendenza a denunciare determinati fatti. La ‘ndrangheta va combattuta in particolare dal punto di vista culturale. Ma bisogna stare attenti anche in questi territori perché tutti i campanelli d’allarme devono essere portati a conoscenza a chi di dovere”.

L’invito è rivolto in particolare agli imprenditori in difficoltà: “Si deve capire che, una volta entrati nella logica mafiosa, non se ne esce più, perché-prosegue Camillo Falvo- l’obiettivo delle mafie è quello di entrare nel mercato legale per poi divorarlo. Paradossalmente il fatto di essere, al nord, meno abituati alla presenza mafiosa, è un punto di debolezza, perché rende più facile cadere nella rete: si tende infatti a sottovalutare il problema”. E la politica? “Tante volte abbiamo lamentato la disattenzione della politica al problema - ha aggiunto il procuratore-. Disattenzione che, qualche volta in qualche amministrazione locale, è andata oltre la semplice superficialità. Oggi non è difficile comprendere quale sia la provenienza e l’estrazione di determinati soggetti. Anche perché scendere a patti con questa gente non paga mai: prima o poi si deve pagare il conto, compromettendo tutto quello di buono che si è fatto fino a quel momento. L’invito che rivolgo è quello di isolarli al primo campanello d’allarme e denunciarli perché questa è l’arma più potente che abbiamo: la parte sana dell’economia, magari in difficoltà dopo la pandemia, non deve farsi prendere dalla voglia di imboccare scorciatoie per risolvere i propri problemi”.