Tenta di suicidarsi con la candeggina dopo avere accoltellato il marito

Pasquina Pregnolato, 83 anni, ricoverata in ospedale ad Adria

I carabinieri con il sostituto procuratore, Monica Bombana

I carabinieri con il sostituto procuratore, Monica Bombana

Rovigo, 19 maggio 2017 - Ha ingerito candeggina, volontariamente, per togliersi la vita. Probabilmente pentita di quello che aveva fatto poco prima al marito. Pasquina Pregnolato, 83 anni, mercoledì, tornata a casa dopo gli interrogatori dei carabinieri, ha compiuto un gesto autolesionista. Ma è stata portata in tempo al pronto soccorso. Ieri pomeriggio si trovava ancora ricoverata all’ospedale di Adria ma non è in gravi condizioni.

Candeggina e soluzioni varie di ipoclorito di sodio sono irritanti e caustiche. Il marito invece, Narciso Levizzari, 81 anni, ieri era ancora ricoverato con prognosi riservata all’ospedale di Rovigo dopo il delicato intervento chirurgico del giorno prima.

Mercoledì alle 7,15 al piano terra di via Marangona 43 a Porto Viro sua moglie, Pasquina Pregnolato, gli ha piantato due volte un coltello da cucina nella bocca provocandogli gravi lesioni alla gola e al palato.

Alle 7,30 circa è entrato il figlio Rossano per sbrigare una mansione di assistenza al padre che svolge quotidianamente. La madre gli ha subito detto cos’aveva fatto ed ha poi raccontato tutto anche ai militari che l’hanno interrogata, ha ammesso spiegando anche i dettagli. Lui ha chiamato l’ambulanza e sono arrivati anche i carabinieri. Ora per Pasquina Pregnolato il sostituto procuratore del tribunale di Rovigo che si occupa del caso, Monica Bombana, ha chiesto la misura cautelare dei domiciliari. Sarà il giudice per le indagini preliminari ad avere l’ultima parola e anche a decidere se convalidare l’arresto di mercoledì.

A 83 anni la donna si trova indagata per tentato omicidio con l’aggravante di aver approfittato delle condizioni di salute non ottimali del marito. Lui, a parte una patologia cronica comune tenuta sotto controllo, non risulta avere problemi particolari. Non era infermo né certificato come disabile. Aveva qualche difficoltà deambulatoria e negli ultimi anni aveva diminuito drasticamente le sue uscite dalle mura domestiche. Secondo quanto la donna ha raccontato ai carabinieri, l’unico motivo del suo gesto sarebbe stato il fatto che non riusciva più a gestire quella situazione. . Il coltello da cucina è stato posto sotto sequestro dai carabinieri assieme ad altri reperti.

La coppia ha due figli, un uomo e una donna. Non vivono con i genitori, che abitano da soli al piano terra della casa che al primo piano è occupata dalla sorella di lei, Franca. Sono due numeri civici distinti, con ingressi separati.

Narciso Levizzari nella vita, prima della pensione, riparava biciclette in un negozio che non c’è più, in quello che una volta era il comune di Donada dopo la fusione con Contarina è diventato Porto Viro. Lei invece prima della quiescenza era un’operaia che aveva lavorato anche a Rivoli prima di tornare in Polesine.