Omofobia e intolleranza a Rovigo, "offeso e insultato perché sono un gay"

Il barista ha sporto denuncia in questura: "Bersaglio di un gruppetto di bulli"

Andrea Ceciliato, barista

Andrea Ceciliato, barista

Rovigo, 13 luglio 2016 - «Sono stato inseguito e insultato in pieno centro perché non nascondo la mia omosessualità. Non ci posso ancora credere, per un attimo ho temuto mi prendessero a sassate. Mai vista tanta rabbia nei confronti della diversità. Il tutto, grazie alle dichiarazioni omofobe del sindaco Massimo Bergamin».

Andrea Ceciliato, 24 anni, barista del bar Dersut, l’altra sera è stato preso di mira da una banda di ragazzi a causa della sua omosessualità dichiarata.

«Erano circa le 23 - spiega il barista - stavo transitando in via Boscolo quando ho incrociato un gruppo di ragazzi , saranno stati in venti. Ad un certo punto, uno di loro si è rivolto a me con questi toni: “Ehi, frocio di merda”. E da lì sono partiti una serie di pesanti insulti da parte dal resto del gruppo. Tutti i ragazzi hanno iniziato ad urlarmi addosso frasi omofobe con una rabbia ed un cattiveria mai vista. Io continuavo a camminare, avevo le gambe che mi tremavano dal dispiacere e dallo sdegno. Uno di loro ha iniziato a seguirli continuando ad urlare ‘frocio, frocio di merda girati’. Ho avuto davvero paura. Ho temuto il peggio, erano accecati dalla cattiveria. Sono arrivato in via Miani, dove abito con il mio compagno Nicola. Avevo in mano le due granite che avevo appena preso per festeggiare il suo contratto da ricercatore all’Ateneo di Ferrara. Mi è venuta incontro una vicina di casa allarmata, chiedendomi come mai quel gruppo di ragazzi mi stava inseguendo, urlandomi addosso. Le ho spiegato tutto e sono andato in questura a informare la polizia di quello che era successo. Ora, credo presenterò denuncia. Le telecamere presenti lungo la via hanno registrato tutto. Non la farò passare liscia a questi ragazzi che mi hanno umiliato in modo così brutale. Sono pronto a denunciarli».

E CECILIATO AGGIUNGE: «Questo è il clima omofobo che ha creato il nostro sindaco di Rovigo rifiutandosi di sposare le persone omosessuali, nonostante ci sia una legge ben chiara che lo permette. Il primo cittadino, figura istituzionale della città, ossia il primo che dovrebbe dare l’esempio di tolleranza e di rispetto delle diversità, dichiara ad un quotidiano nazionale che sposare due persone dello stesso sesso sarebbe come sposare un uomo con un cavallo. Questo è l’esempio che i giovani di Rovigo ricevono dal loro sindaco. Si sentono dunque legittimati a non tollerare e a deridere gli omosessuali. Sono veramente indignato».

E il 24enne prosegue: «Il sindaco con il suo atteggiamento ha alimentato un razzismo generale nei confronti della diversità. Quando è stato eletto ha detto ‘sarò il sindaco di tutti’, doveva aggiungere ‘tranne degli omosessuali’».

Intanto la pagina Facebook del barista è stata sommersa dai messaggi di solidarietà provenienti da tutto il Veneto. L’episodio omofobo accaduto l’altra sera a Rovigo, in poche ore ha infatti avuto un tam tam incredibile. Episodio arrivato, forse non a caso, a poche ore dall’uscita di Massimo Bergamin: «E se un bel giorno si presentassero in tre? E se qualcuno viene qua con un cavallo e vuole sposare quello?», frase che aveva sollevato un polverone e una polemica che ancora non si è placata.