"Patrimoniale che passa sottobanco"

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Paolo

Mercuri*

Si sta cercando di fare un catasto patrimoniale, che colpirà il valore dei fabbricati. Il premier Draghi ha detto che si vuole aggiornare il valore catastale a quello reale degli immobili. In sostanza si colpirà il patrimonio, non il reddito dei fabbricati. Il catasto attuale, invece, è reddituale. I valori attribuiti sono dettati dalle potenzialità remunerative del fabbricato. Per questo motivo siamo contrari a questa riforma. E’ un’ingiustizia colpire il patrimonio perché, così facendo, si realizza una tassazione espropriativa. Se l’immobile non genera nessun reddito un po’ alla volta, pagando le imposte, si erode il patrimonio. In ambito finanziario, se si ha un capitale, attualmente le tasse si pagano sulla rendita, non sul capitale, altrimenti sarebbe una patrimoniale. La riforma del catasto è, di fatto, una patrimoniale sugli immobili. Questa misura era già stata introdotta dal governo Monti, ora si sta cercando di aumentare ancora di più la tassazione sugli immobili. Si tratta di una riforma non necessaria e noi la contrastiamo convintamente. Pare possa entrare in vigore nel 2026: questo posticiperebbe il problema, di certo non lo risolverebbe. Sicuramente sarà necessario molto tempo per attuare la riforma, saranno le generazioni future a pagarla. Il blocco degli sfratti aggrava ancor più questa situazione. Se l’immobile è occupato da un inquilino che non paga l’affitto non genera reddito. Nonostante ciò sarà necessario pagare le imposte, pur non percependo reddito alcuno. Ci sono proprietari che da due anni non ricevono l’affitto: anche loro, con la riforma.

*presidente associazione

della proprietà edilizia (Confedilizia)