Rovigo, coltivano piante di marijuana. Due in manette

Rintracciati dalla polizia a Brescia

Rovigo, le piante di marijuana sequestrate

Rovigo, le piante di marijuana sequestrate

Rovigo, 19 febbraio 2019 - I poliziotti della squadra mobile di Rovigo lo scorso venerdì alla stazione ferroviaria di Brescia hanno arrestato 2 cittadini cinesi, marito e moglie, che erano stati condannati per coltivazione di sostanze stupefacenti dal tribunale di Modena (fatti del 2015). L’uomo, Xian Lin, 50 anni, deve rimanere un anno e 7 mesi in cella ed ora si trova nel carcere bresciano Nereo Fischione mentre Lian Ruan, 48 anni, ha una condanna di 2 anni ed un mese ed è al femminile di Verziano di Brescia. L’ordine di esecuzione della carcerazione per la signora cinese è arrivato alla questura di Rovigo il 29 novembre scorso perché la 50enne risultava residente nel capoluogo polesano.

Raramente però per gli agenti è sufficiente suonare il campanello per chiudere la vicenda. Come spesso accade il destinatario dell’ordinanza anche questa volta era scomparso quindi inizia un vero e proprio lavoro di ricerca e gli elementi a cui appigliarsi di solito sono molto pochi. In questo caso se n’è occupata la squadra mobile che dall’anno scorso è diretta dal messinese Gianluca Gentiluomo. Il lavoro di indagine ha permesso agli agenti di scoprire un’utenza che con buona probabilità era attribuita alla cinese nel loro mirino e le ricerche hanno portato i poliziotti rodigini a Brescia in una zona piena di capannoni, un vero e proprio formicaio di attività, molte gestite da stranieri, in parte cinesi.

Il mestiere, il fiuto, la capacità di relazionarsi con i colleghi della mobile lombarda hanno permesso ai poliziotti di arrivare all’arresto venerdì sera alla stazione di Brescia mentre stava la signora per salire su di un treno diretto a Milano. Mancavano soltanto 2 minuti alla partenza del convoglio, la donna si sarebbe dileguata se non fossero arrivati in tempo gli agenti di Rovigo. Invece hanno condotto in questura anche l’uomo che era con lei, un soggetto che aveva fornito inizialmente una falsa identità e che dimostrava di non conoscere affatto l’italiano. Grazie alla tecnologia in dotazione alla polizia di Stato dall’esame dell’impronta digitale è emerso che si trattava del marito della signora, anche lui destinatario di un’ordinanza di carcerazione, era ricercato dal 5 maggio 2017. Quando ad una questura arriva un ordine di carcerazione molto spesso inizia un lavoro difficile che non sempre va a buon fine perché i condannati tentano di sparire.

La squadra catturandi di Rovigo nel 2018 è riuscita per 14 volte a scovare ricercati e nel 2019 con i 2 cinesi presi a Brescia venerdì il conto è già arrivato a 4 persone. Alla difficoltà di ottenere condanne in tempi ridotti per chi delinque si aggiunge infatti quella per le forze dell’ordine di trovare i condannati che spesso sono liberi anche se pericolosi perché, per esempio, una volta superati i limiti di tempo previsti per la misura cautelare in carcere che dispone il giudice (Gip) in fase di indagini preliminari (ammesso la disponga) non si può tenere nessuno dietro le sbarre senza una condanna definitiva.