Rovigo, sopravvissuto all'incidente. Avvocato torna al lavoro

"Un calvario, ma sono qui"

 Pierluigi Bonafin

Pierluigi Bonafin

Rovigo, 13 settembre 2018 - Un'accoglienza trionfale quella ricevuta ieri mattina in tribunale da Pierluigi Bonafin, avvocato, che il 13 maggio si era schiantato con la propria Harley Davidson contro un’Alfa Romeo sulla Statale 16 tra Polesella e Canaro. Si è presentato con le stampelle perché ha una protesi a partire dal ginocchio sinistro a causa dell’amputazione.

Sta bene. Il suo look inconfondibile, pantaloni attillatissimi, con giacche di tendenza su camicie eleganti è quello di sempre. Lo fermavano tutti, colleghi, dipendenti del tribunale, magistrati. Complimenti, pacche sulle spalle. Ieri è stata la sua prima udienza dopo quattro mesi di calvario. Prima c’è stato l’incidente, poi l’operazione, e poi la lunga riabilitazione fino all’installazione della protesi. Dello strumento elettronico che gli hanno applicato al ginocchio ha parlato con trasporto. I colleghi erano incuriositi e lui ha spiegato quanto l’apparecchio sia sofisticato. «A casa o in studio non uso nemmeno le stampelle ma questa mattina le ho messe perché l’asfalto non è liscio — ha spiegato — è più una precauzione, presto non le userò più». L’appuntamento di oggi era dal giudice per l’udienza preliminare Alessandra Martinelli, la prima dopo la pausa estiva e una delle ultime perché la giudice ha ottenuto il trasferimento al tribunale di Ferrara, la sua città. La vita di Pierluigi Bonafin, 46 anni, sta dunque tornando quella di prima.

«Impiego molto più tempo a fare ogni cosa», ha spiegato. Ma sempre con il sorriso sulle labbra. La batosta non l’ha messo ko. Si è rialzato e guarda al futuro con ottimismo. Trasmette positività a chiunque lo incontri. Bonafin è un grande amante dello sport. «Ho preso qualche chilo stando fermo tutto questo tempo», ha detto scatenando le battute dei conoscenti. Infatti è sempre stato in grande forma, magro, asciutto e tonico. Ed è rimasto tale. Quella domenica pomeriggio di maggio all’ora di pranzo, sulla Harley c’era anche la 40 enne Michela Dal Bianco che ha subito la stessa amputazione, lo stesso intervento e percorso riabilitativo del compagno.