Rovigo, porto turistico fatiscente. Si cercano acquirenti

Sulla struttura, costata milioni, interviene il presidente di Interporto Rovigo Spa Bressanin: "Lo stabile è della Regione, si coinvolgano i privati"

Questa recente foto di repertorio racconta il degrado dell'interporto (Donzelli)

Questa recente foto di repertorio racconta il degrado dell'interporto (Donzelli)

Rovigo, 13 agosto 2019 - Era IL 2009 quando fu inaugurato il 30 Giugno il porticciolo turistico in zona Interporto. Era una struttura da riempire: attività nautiche, sportive, ricreative e di ristoro per giovani cittadini, famiglie, anziani, scuole e animazioni. Un bene che costò 1milione e 700mila euro dell’Ue per costruirlo e finirlo. Ad oggi, nel 2019, dopo dieci anni il ‘punto d’incontro’ per i cittadini è inaccessibile, non dà segni di vita.

Tutto inizia nel 2012 quando il Comune di Rovigo pubblica il secondo bando per la concessione della gestione di tutta l’area comprensiva di strutture turistiche e ricreative. Se lo aggiudica Massimo Zanirato. La sua società “AApprodo” presentò una proposta per investire nell’attività turistica, nell’intrattenimento di scuole e rendere questo un luogo di ritrovo accessibile a tutti i cittadini. L’affidamento a Zanirato da parte del Comune si fa attendere, ma l’11 giugno del 2014 Giampaolo Ferlin, dirigente ai lavori pubblici, e Massimo Zanirato firmano il contratto che deve garantire il servizio turistico-ricreativo-ricettivo del porticciolo turistico integrato, comprensivo di strutture turistico-ricettive sul Fissero-Tartaro-Canalbianco. Oggi è tutto chiuso.

All’entrata c’è un cartello con scritto ‘Divieto di accesso, area privata’ anche se avrebbe dovuto essere un luogo del Comune in gestione per garantire servizi polivalenti ai cittadini di Rovigo e del Polesine. Tutto sembra andare in rovina, le strutture paiono recuperabili solo con un grandissimo lavoro di ristrutturazione e manutenzione, l’erba delle aiuole non viene quasi mai tagliata, i pontili non sono più in sicurezza, il tetto della casa gialla ha le tegole che continuano a staccarsi e la superficie è ricoperta dal guano degli uccelli. Tra dieci anni, se le cose non cambiano a partire dal Comune e da ogni cittadino, i quasi 2 milioni spesi nel 2009 rischiano di andare perduti oppure sarà un’altra struttura delle tante che intaccherà l’ecosistema della nostra terra e l’ambiente senza un’utilità concreta per la comunità. Un relitto che affonda. «Effettivamente – interviene Primo Vitaliano Bressanin, presidente di Interporto di Rovigo Spa – non ci sono attività: chi ha vinto il bando non ha fatto quello che avrebbe dovuto. Come Interporto siamo intervenuti perché a noi interessa che il bene venga utilizzato, siamo per mantenerlo agibile sia per sviluppare il turismo. Prossimamente ci sarà un evento ciclo-navale della Fiab che però è reso difficile dall’impossibilità di attraccare al porticciolo. Abbiamo coinvolto l’amministrazione, secondo noi sarebbe opportuno vendere a privati ma prima deve muoversi il Comune».

«Stiamo studiando soluzioni – prosegue Bressanin – ma sono rese difficili dalla consistenza plurimilionaria dell’investimento richiesto: è più probabile un investimento privato piuttosto che un nuovo esborso pubblico. Il bene è di proprietà della Regione che ha tutto l’interesse ad alienarlo, come Interporto abbiamo la concessione fino al 2026 e abbiamo affidato al Comune il compito di fare il bando. Il Comune potrebbe riprendersi il porticciolo dal gestore, restituirlo a noi di Interporto e poi far sì che la Regione lo vende a privati».