Adria, punto nascite. "Vi spiego perché è giusto chiuderlo"

Il medico Giancarlo Stellin: "Non c’è sicurezza per le mamme"

Giancarlo Stellin, 69 anni (Foto Donzelli)

Giancarlo Stellin, 69 anni (Foto Donzelli)

Adria, 23 luglio 2018 - "La chiusura del punto nascite di Adria non solo è giusta ma sarebbe da portare a termine alla svelta perché sotto i 500 parti l’anno la sicurezza per mamme e neonati non è garantita". Giancarlo Stellin, 69 anni, da quasi due anni è in pensione dopo essere stato a lungo il primario di ostetricia e ginecologia all’ospedale di Rovigo e dopo 41 anni di professione. Ora è il segretario regionale dell’Aogoi, associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani, la più grande associazione di categoria che contempla anche i medici territoriali.

Con le sue mani, dalla metà degli anni Settanta, ha fatto nascere almeno 10mila bambini e altri 30 mila sono venuti al mondo mentre lui ricopriva ruoli di primo piano negli ospedali polesani. La politica polesana si divide tra chi resta in silenzio per non sembrare impopolare e chi si spertica a difesa del presidio ospedaliero adriese, come il Pd che in una nota: "esprime in maniera forte il proprio dissenso alla chiusura del “Punto Nascite dell’Ospedale di Adria”, rilevando come un servizio così importante per tutto il territorio deltizio non sia stato supportato né tutelato a sufficienza dalla Regione Veneto nonostante le rassicurazioni in campagna elettorale del presidente Zaia".

Stellin invece spiega perché è giusta, dal punto di vista sanitario, la decisione presa ormai otto anni fa di chiudere la struttura, con l’accordo tra ministero della Salute e Regioni (che temporeggiano). Nel farlo Stellin risponde anche al senatore Giovanni Endrizzi, padovano, del Movimento 5 Stelle, dipendente dell’azienda sanitaria Ulss 5 polesana, al secondo mandato dopo la rielezione dello scorso 4 marzo. "Endrizzi dice che bisogna bilanciare il numero di parti con la qualità di eccellenza realmente espressa dai servizi — rileva Stellin —. I dati dicono altro, i livelli di aderenza agli standard di qualità ad Adria sono molto bassi. I piccoli punti nascita sono pericolosi e finirà che per coprire loro i medici non vi saranno più nei centri di primo e secondo livello".

Endrizzi infatti pochi giorni fa aveva dichiarato: "Va bilanciato il mero dato statistico del numero di parti con la qualità realmente espressa dai servizi e dalle esigenze specifiche del territorio. Possiamo chiudere servizi che esprimono qualità di eccellenza, anche superiore ad altri che pure rientrano nei freddi parametri numerici? Possiamo chiudere servizi in zone già penalizzate fortemente per altri fattori socio ambientali? Ad esempio, il Polesine, dove insiste Adria, è un territorio molto particolare".

Da Adria all’ospedale di Rovigo la distanza in auto è 20 minuti. "Non c’è nessuna ragione geografica che giustifichi la permanenza di Adria, così vicino a Rovigo — spiega Stellin —. Ad Adria per esempio c’è un ginecologo ma mancano gli strumentisti e il pediatra. Se poi la mamma necessita di un intervento chirurgico oltre al taglio cesareo? La sicurezza è sotto lo standard".