"Reddito di cittadinanza: tutto da rifare"

Roberta Toffanin, senatrice di Forza Italia: "Un’illusione credere che abolisca la povertà, un paradiso per tanti furbetti"

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"Modificare completamente il reddito di cittadinanza", questo l’appello di Roberta Toffanin, senatrice di Forza Italia, eletta alle elezioni del 2018 nel collegio uninominale di Rovigo. "Il reddito di cittadinanza è finalmente al centro del dibattito politico – riprende –. Il governo sta pensando a modifiche da inserire nella legge di bilancio, come un più serrato controllo per evitare gli abusi. Occorre però andare oltre"

Lei cosa propone?

"Bisogna distinguere chi soffre un vero disagio sociale a cui dare sostegno perché non può accedere al mondo del lavoro, da chi necessita di politiche attive per trovare occupazione. Strumenti come l’autocertificazione e le verifiche per accedere alla misura si sono dimostrati fallimentari, alla portata di tanti furbetti"

C’è qualcuno che dice che i furbetti non sono poi così numerosi

"Eccoli, i numeri. Ben 116 persone nel trevigiano hanno ricevuto il sussidio per un costo di 700mila euro pur non essendo residenti in Italia o avendo altre fonti di guadagno. Nel bolognese 115 rumeni e brasiliani sono arrivati in Italia proprio per ottenere il reddito di cittadinanza, presentando l’autocertificazione (falsa) e continuando a ricevere il sostegno nel paese natio. Altro danno per 300mila euro. Sono 110mila gli assegni revocati e 570mila i decaduti. Cifre non più recuperabili"

Una questione per lei non nuova

"Già me ne sono occupata nella commissione lavoro in cui ero segretario. Forza Italia sin dall’inizio si oppose alla misura perché non avrebbe ‘abolito la povertà’ come invece qualcuno ha urlato dal balcone di Palazzo Chigi. E non ha nemmeno risolto i problemi della disoccupazione. Chi beneficia del reddito non ha accesso al mondo del lavoro, non fa formazione e tantomeno contribuisce con lavori di pubblica utilità per la propria comunità. Prima della pandemia appena 192mila percettori hanno trovato occupazione a fronte di 1 mln e 300mila nuclei familiari coinvolti. A meno che i Cinque Stelle non intendessero creare occupazione ingaggiando 3000 navigator, facendo assumere 1000 persone all’Inps per gestire il Reddito, o ampliando l’organico all’Anpal"

Lei cosa farebbe per creare lavoro?

"E’ il mondo dell’impresa a creare posti di lavoro. Per questo sono fondamentali politiche a sostegno dell’impresa con interventi per la diminuzione del cuneo fiscale, per la sburocratizzazione, per la detassazione. È sotto gli occhi di tutti che così come è stato istituito il reddito non ha funzionato e non si possono spendere all’infinito risorse in maniera inefficace: oltre 21 miliardi in tre anni. Siamo sempre stati contrari a politiche assistenzialistiche che bloccano la ripresa economica, ma non abbiamo mai voltato le spalle a chi ha veramente bisogno. Riteniamo che la gestione della parte assistenziale per chi è in condizioni di disagio sociale deve essere condivisa con i Comuni nell’individuazione di quei soggetti che necessitano davvero di un aiuto. Un gravissimo errore è stato non coinvolgerli"

La questione è sul tavolo del governo

"Il documento programmatico di bilancio, approvato il 19 ottobre in consiglio dei ministri, non ci conforta. Non si possono stanziare 8,5 mld per il 2022 per il reddito di cittadinanza e 9 mld per la riforma fiscale. Bisogna spostare parte delle risorse del reddito per investire sulla formazione professionale e sulla riforma fiscale, per agevolare imprese e lavoratori. Solo sostenendo il sistema produttivo e agevolando il posizionamento professionale, si riuscirà ad incrociare domanda e offerta. E a creare veri posti di lavoro".

Mario Bovenzi