Ricordati i cinque ragazzi "Non vi dimenticheremo"

I familiari, il sindaco e Bacchiega (Magep) portano fiori al cippo in memoria di Massimo, Antonio, Giulio, Emanuele e Paolo, morti in un incidente nel 1990

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Badia ricorda i giovani Massimo, Antonio, Giulio, Emanuele e Paolo. È un ricordo che non si spegne. Sono già trascorsi quarant’anni da quella tragica giornata di sangue sulle strade del luogo. Era il 14 settembre del 1990 e in un tragico incidente d’auto, infatti, perirono ben cinque giovani, tutti conosciutissimi in paese anche perchè impegnati nello sport e nelle tante attività proprie dell’età giovanile. Loro sono Massimo, Antonio, Giulio, Emanuele e Paolo, tre ragazzi di Badia Polesine, uno di Bagnolo Po e uno di Pissatola. Tutti sono ancora ben presenti nella memoria di amici e familiari che li hanno ricordati nei giorni scorsi nel luogo dove c’è un cippo marmoreo collocato poco distante dal punto dell’incidente sulla strada che transita da Badia verso Lendinara. Alcuni familiari ed il sindaco di Badia Giovanni Rossi, con pochi preseti per le norme di sicurezza in vigore, proprio in ricordo delle giovani vite stroncate prematuramente, hanno messo con commozione un mazzo di fiori sul marmo che riporta i nomi dei cinque ragazzi. Presente anche Elia Bacchiega detto ’il vecchio’, che per anni ha coordinato le attività dell’associazione culturale-ricreativa Magep ( nome formato dalle iniziali dei cinque giovani). Questa fu la prima esperienza di gruppo giovanile sorto nel territorio, pensato e realizzato proprio per dare una risposta e un’opportunità di socialità e di aggregazione alla gioventù di allora. Ecco che da una esperienza purtroppo tristemente tragica, seppur tra tante vicissitudini, nacque e prosperò per anni anche un’esperienza positiva. Per tanti il Magep, non dimenticando mai gli scomparsi, con le sue molteplici attività, partendo dal restauro dell’ ormai abbandonato oratorio S. Giovanni Bosco, è stato decisamente una scuola di vita e un’opportunità per conoscere nuove persone ed instaurare amicizie.

Giovanni Saretto