"Rinascita possibile. A partire dalle riforme"

Dall’alta velocità al fisco, l’agenda di Roberta Toffanin senatrice di Forza Italia. E’ stata eletta nel collegio uninominale di Rovigo

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"L’alta velocità è un nodo cruciale da risolvere, per collegare il Veneto e il Polesine con il sistema Italia. Le infrastrutture da sempre ed ancora di più in questo momento sono fondamentali per la ripartenza. Ma devono essere affiancate ad un ampio piano di riforme". Ha le idee chiare Roberta Toffanin, senatrice di Forza Italia, nell’indicare le priorità da seguire per far accendere i motori alla locomotiva Veneto. Toffanin, coordinatrice provinciale di Forza Italia a Padova dal 2014, alle elezioni politiche del 2018 è stata eletta senatrice nel collegio uninominale di Rovigo.

Quelle che ci troviamo davanti sono scelte cruciali per il paese

"Il 2020 ha segnato un cambiamento radicale dal punto di vista socio-economico in tutto il globo. La pandemia ha avuto e avrà conseguenze sanitarie, sociali, economiche, occupazionali tali da mettere in discussione tutto il sistema Paese. Il 2020 ha segnato una demarcazione: tra ciò che c’era prima e ciò che è intervenuto con la crisi da Covid-19. Ma non possiamo non considerare, che la crisi da Covid-19 si è innestata su una situazione pregressa già deteriorata. Il 2019 è stato un anno di crescita molto fievole (+0,2% rispetto al 2018), con un rapporto debitopil pari al 134,6%. Nel 2020, in un solo anno, il Pil ha subìto poi una repentina contrazione del 8,9%, con impatti devastanti per l’occupazione, che ha visto perdere un milione di posti di lavoro e una diminuzione delle ore lavorate significativo, addirittura pari al 11,5% rispetto al 2009, anno della crisi finanziaria. I governi che negli ultimi anni hanno preferito impiegare ingenti risorse a favore dell’assistenzialismo, invece che a favore di investimenti per l’impresa, quella che crea veri posti di lavoro. In Italia è mancata una vera programmazione con regole certe e strutturali. Questo da una parte ha impedito a famiglie e imprese di pianificare la propria vita e la propria attività, e dall’altra ha comportato una limitata attrattività per gli investimenti stranieri. Ora si deve ripensare il sistema Paese"

Da dove si comincia?

"Non è più tempo di rincorrere il virus con provvedimenti a tampone, ma è il momento di dotare il Paese di quanto necessita non solo per ripartire, ma per crescere oltre le previsioni. Per diminuire il debito il Pil deve crescere. Il Pnnr è la grande opportunità che ci viene data dall’Europa e che per la prima volta ha messo in atto vere politiche comunitarie contraendo un ingente debito comune"

Una pioggia di soldi. Che però rischiano di perdersi in mille rivoli

"E’ indispensabile mettere in atto le riforme attese da decenni, senza le quali gli interventi sarebbero sterili ed inefficaci per una vera ripresa e per la crescita. A cominciare dalla riforma del sistema fiscale, le cui norme si sono stratificate negli anni rendendolo squilibrato, anche perché applicate ad una realtà nel frattempo completamente mutata. Il mondo è cambiato in maniera radicale, l’evoluzione tecnologica e la globalizzazione hanno segnato una svolta, da cui non si può più tornare indietro"

Quale strada seguire?

"L’Italia ha finalmente la possibilità di intervenire sul fisco, ma i 3 miliardi stanziati sulla legge di bilancio 2020 sono insufficienti, così come non bastano le risorse per l’assegno universale che in ogni caso va agganciato alla riforma e diventarne parte integrante. Una riforma fiscale non può limitarsi ad una riforma dell’Irpef, ma deve essere una riforma complessiva, che miri alla crescita e non alla redistribuzione (che da sempre si è dimostrata nemica della crescita e spesso anche dell’equità) e in cui le tasse generino gettito per le casse erariali dello Stato, gettito da convogliare poi a favore anche di welfare e istruzione. La riforma fiscale passa attraverso una semplificazione, atta a ridurre le norme che concorrono a formare il sistema (vorrei ricordare che il nostro sistema fiscale è costituito da ben 800 forme di tributi), a vantaggio anche di un controllo più facile e di una più efficace lotta all’evasione. La riforma fiscale, concepita come ricostruzione ex-novo, presuppone una pace fiscale, che da un lato prevede l’azzeramento del magazzino fiscale, dall’altro consentirebbe entrate certe per le casse erariali".