Salmonella nell'Adigetto, a Rovigo e dintorni tremano gli agricoltori

Divieto d'irrigare a Lusia e Lendinara

Salmonella nel Polesine, agricoltori in allarme (foto Donzelli)

Salmonella nel Polesine, agricoltori in allarme (foto Donzelli)

Rovigo, 11 settembre 2019 - Per contrastare i pericoli della salmonella trovata nell’Adige e poi nell’Adigetto, dopo le ordinanze dei sindaci dei territorio coinvolti, si mobilita anche la Regione. Ieri mattina si è svolta a Venezia una riunione che ha prodotto la decisione di costituire un tavolo di lavoro per trovare delle linee guida che valgano per tutti.

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All'incontro, oltre ai tecnici regionali, erano presenti per il Polesine la responsabile dell’ufficio igiene e salute dell’Usl polesana, Giovanna Casale, il capo dipartimento Alessandro Finci e il responsabile del servizio igiene e alimenti, Giuseppe Cortese . «A Rovigo, San Martino e Rosolina – dice afferma Giovanna Casale – permangono le ordinanze dei sindaci di divieto di annaffiare le colture con l’acqua dell’Adige, analogo provvedimento è scattato nei comuni di Lusia, Lendinara, Villanova del Ghebbo e Badia dove è stato individuato il batterio nelle acque dell’Adigetto».

A Lendinara, ieri mattina il sindaco Luigi Viaro ha firmato l’ordinanza. «Ricevuto l’esito delle analisi – afferma – appurato che mai il problema ha interessato l’acqua erogata da Acquevenete per uso potabile, ho predisposto l’ordinanza di divieto di prelievo dell’acqua dall’Adigetto per irrigare». Analogo provvedimento è stato firmato da Luca Prando, sindaco di Lusia, paese sotto osservazione per la presenza della centrale ortofrutticola. A Lusia ‘capitale’ dell’ortofrutta si temono pericoli? «So che si continuano a fare analisi – dice Luca Prando – per monitorare il problema e a quanto sembra, pensando ai consumatori, mangiare ortaggi crudi ben lavati con l’acqua dell’acquedotto non comporta problemi». Sempre in allerta a Lusia la direzione della Centrale ortofrutticola. «In passato – sostiene il direttore Rossano Fontan (nella foto ) – non è mai accaduta una cosa del genere. Le aziende fanno i controlli e seguono le istruzioni e se l’ordinanza fa divieto di annaffiare si attengono al provvedimento. Bisognerebbe appurare le cause della presenza della salmonella e mi chiedo come mai fino ad oggi l’acqua dell’Adige non sia mai stata analizzata in questo senso».