Salmonella, l’allarme arriva nell’Adigetto

Trovate tracce del batterio a Lusia, Lendinara, Badia e Villanova del Ghebbo. L’Usl chiede ai sindaci di vietare l’irrigazione delle verdure

Il fiume Adige, in questi giorni sotto la lente dell’Arpav

Il fiume Adige, in questi giorni sotto la lente dell’Arpav

Rovigo, 10 settembre 2019 - Salmonella, continua l’allarme. Campionamenti positivi sono stati trovati a Badia, Lusia e Lendinara. L’sos è stato lanciato dall’azienda Usl 5 dopo che il laboratorio Arpav di Venezia, proprio ieri, ha trasmesso le analisi dei campionamenti che sono stati effettuati lo scorso 3 settembre nei comuni di Badia alla ‘presa Bova’ che alimenta l’Adigetto, utilizzato anche dai comuni di Lendinara e Villanova del Ghebbo.

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La presenza di salmonella anche a Villafora (Badia) e Lusia. I superamenti della soglia del batterio sono stati comunicati ai sindaci dei Comuni Luca Prando (Lusia), Giovanni Rossi (Badia), Luigi Viaro (Lendinara) e Gilberto Desiati (Villanova del Ghebbo). L’azienda sanitaria ha inviato, come già successo nei giorni scorsi per i comuni di Rovigo, San Martino di Venezze e Rosolina, a varare, in via cautelativa, l’ordinanza che vieta l’irrigazione con le acque prelevate dal fiume Adige ed anche dall’Adigetto dei prodotti agricoli come la frutta e verdura.

Una doccia fredda per i nostri imprenditori che, nonostante le rassicurazioni che hanno dato nei giorni scorsi sui controlli che vengono fatti sulle derrate, non potranno più irrigare le colture. Proprio alcuni di loro, quando è stato lanciato il primo allarme, hanno evidenziato i forti danni che rischiano di derivare alle coltivazioni. L’ordinanza che vieta di irrigare i campi con l’acqua dell’Adige a Rovigo, San Martino di Venezze e Rosolina per la presenza della salmonella era già scattata nei giorni scorsi.

Ora l’allarme si allarga e va a colpire una zona – quella di Lendinara e Lusia – con una forte vocazione nel settore primario che rappresenta un fiore all’occhiello per l’intera provincia. I sindaci sono stati costretti ad intervenire su sollecitazione della stessa Agenzia regionale Arpav firmando in via cautelativa i divieti di irrigare con le acque attinte dal fiume i campi dove vengono coltivati prodotti agricoli destinati ad essere consumati crudi, come frutta e verdura.

In un primo test, su otto campionamenti fatti nell’acqua dell’Adige, cinque erano subito risultati negativi, mentre per Rovigo, San Martino di Venezze e Rosolina si erano rese necessari approfondimenti con ulteriori campioni nei canali che attingono dall’Adige, usati a scopo agricolo. Le ordinanze resteranno in vigore fino alla verifica del rientro dei parametri previsti dalla normativa sulla presenza del batterio. L’azienda sanitaria prevede la necessità di lavare accuratamente, con acqua potabile, i prodotti destinati ad essere consumati crudi. La zona più interessata è Rosolina, sede di una centrale ortofrutticola, con un’economia che vive di orticoltura e turismo. Adesso anche Lusia, dove si trova il cosiddetto triangolo degli orti ed il mercato ortofruticolo, dovrà fare i conti con l’emergenza.