Salviamo Villa Nani, la petizione vola sul web

Dopo una prima raccolta di firme, consegnata alla presidente del Senato, continua l’iniziativa di Andreasi

Migration

di Silvia Malanchin

Mettersi in gioco. Credere in ciò che si sta facendo. Non arrendersi. Sono questi i concetti che riassumono l’impegno che Micol Andreasi sta portando avanti per la villa ‘Nani Mocenigo’ di Canda. È un impegno che ha preso il via non appena il degrado ha iniziato ad aumentare sempre di più. Era la fine di giugno e gli alberi avevano iniziato a coprire l’ingresso dell’edificio. Con l’erba sempre più alta era impossibile non incorrere nel rischio di trovare topi e bisce all’interno del parco. Da allora Micol, attraverso i social, ha iniziato a condividere la storia della villa, le foto degli affreschi presenti all’interno, nel piano superiore attribuiti a Girolamo Mengozzi Colonna, le foto del parco. Da quel momento molte persone hanno iniziato così ad informarsi su questa struttura costruita da Scamozzi, allievo di Palladio, intorno al 1580. Da quattro cinque anni la villa è proprietà della banca di San Marino, ma fino a qualche mese fa, una ditta si occupava della manutenzione degli spazi verdi. Poi però è scaduto il contratto e tutto è stato abbandonato. In seguito alla protesta attraverso i social, sul cancello d’ingresso della villa è apparso un cartello dov’è scritto che è di proprietà privata e sia l’erba che la siepe e gli arbusti sono stati tagliati. Dopo una prima raccolta firme, che sono state consegnate alla presidente della camera del Senato Casellati quando è venuta in Polesine, con un banchetto in piazza Dante Alighieri a Canda, Micol non si è fermata e ha creato una raccolta firme online, dove i partecipanti aumentano di minuto in minuto raggiungendone oltre 200, e che viene condivisa da tantissime persone. “Il lavoro di squadra, in questa occasione, è l’unica cosa che può avere successo ed essere efficacie - spiega Micol Andreasi -. Se non ci si spende si rischia di non concludere nulla. Mi rendo conto che sia un gesto coraggioso e difficile quello di lottare perché questo patrimonio polesano possa essere ristrutturato e riaperto a chiunque passi per Canda e voglia visitarlo. Di sicuro non possiamo permetterci che l’importanza della villa venga accantonata. Penso che bisognerebbe lavorare per raggiungere obiettivi piccoli e ravvicinati alzando l’attenzione su questo fatto”. Villa ‘Nani Mocenigo’, quest’anno, a causa della chiusura, non è stata inserita nel programma di ‘Tra ville e giardini’ e non si è riusciti ad organizzare la rassegna ‘Teatro in villa’ proprio per le condizioni in cui versava e perché non è più possibile accedervi. Un altro evento che avrebbe potuto considerare di fare tappa nel parco della struttura, è stato quello che promuoveva lo slow tourism (turismo lento) attraverso il Polesine. “E’ proprio un peccato vedere la villa chiusa – conclude Micol -. Questo edificio potrebbe dare a Canda e al Polesine un futuro sia a livello culturale che imprenditoriale. Ma noi non ci scoraggiamo e non ci arrendiamo. L’idea è quella di continuare a raccogliere le firme, magari spostandoci anche in altri paesi per dare più visibilità a questa iniziativa e per far capire che villa ‘Nani Mocenigo’ non è solo degli abitanti di Canda, ma è un patrimonio di tutto il Polesine che va tutelato”.