Sanità Rovigo. "Anziani e poveri, nessuno sarà lasciato solo"

L’assessore regionale Lazzarin presenta il nuovo piano di zona per i servizi socio-assistenziali, chiave di volta per il Polesine

La presentazione dei piani di zona

La presentazione dei piani di zona

Rovigo, 25 gennaio 2020 - «Avvicinare i servizi ai cittadini, sostenere le famiglie, intercettare i bisogni delle persone più deboli e più fragili, rendere più efficiente il dialogo tra Comuni, Le strutture sanitarie ed il terzo settore" sono questi alcuni degli obiettivi del nuovo piano di zona che l’assessore alla sanità e al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, ha presentato ieri agli operatori dell’Ulss 5 Polesana. "Dobbiamo mettere in comune visioni, risorse e le diverse professionalità degli operatori – il suo appello – per evitare sovrapposizioni e doppioni nelle prestazioni sanitarie". Lanzarin è intervenuta, nella mattinata di ieri, durante l’incontro di formazione che si è svolto nella cittadella socio-sanitaria.

Al tavolo, al suo fianco Fernando Antonio Compostella, direttore Generale dell’azienda sanitaria Usl 5, Franco Vitale, primo cittadino di Rosolina e presidente della conferenza dei sindaci, il collega di Lusia Luca Prando. L’evento era intitolato ‘Cambio di piano’ (di zona) tra continuità e cambiamento’. In cittadella numerosi sindaci della nostra provincia che verranno coinvolti nelle future strategie che nasceranno proprio da questo progetto che inside e disegna il sistema socio assistenziale. "Il piano è utile, questo il suo obiettivo –, ha precisato l’assessore – per fotografare le emergenze sociali da affrontare, ma soprattutto per mettere in rete un ampio raggio di interventi secondo alcune strategie comuni, che consentano l’ottimizzazione delle risorse e la condivisione degli obiettivi.

Anche nel sociale vale la regola aurea che insieme si fa meglio e certamente si fa più strada. Per questo la Regione ha chiesto che le conferenze e i comitati dei sindaci, le stesse Uls, i comuni, gli uffici giudiziari, le Ipab e le istituzioni sociali pubbliche e private dei 26 ambiti territoriali (ex distretti) del Veneto leggano i bisogni del proprio territorio e condividano priorità e strategie di intervento. Da questo lavoro dovrà uscire il piano di zona del prossimo triennio. Parliamo di un programma mirato e concreto, che deve essere aderente alle necessità della propria comunità e in linea con la programmazione regionale, che misuri bisogni e risorse e indichi anche i parametri per valutare l’efficacia degli interventi, costi e risultati". Sei le aree di intervento previste per la pianificazione territoriale dei servizi sociali: famiglia e minori; anziani; disabili; dipendenze; salute mentale; povertà e inclusione sociale.

"Per ognuna delle sei aree – ha ricordato l’assessore regionale – si dovranno mettere a punto indirizzi, obiettivi e strategie di intervento, all’insegna dell’integrazione, dell’armonizzazione delle politiche e del welfare di comunità, favorendo il coinvolgimento attivo e responsabile dei singoli, delle famiglie e delle associazioni". I tavoli di lavoro stanno già favorendo il dialogo tra assistenti sociali, servizi di segretariato sociale, i servizi di pronto intervento per le situazioni di emergenza,l’assistenza domiciliare, i centri residenziali e semiresidenziali, i centri di accoglienza o comunità resid enziali. "In tempi di ristrettezze finanziarie e di crescenti fragilità sociali – ha concluso Lanzarin – dobbiamo tutti imparare a fare rete, a condividere obiettivi e risorse, a far interagire pubblico e privato, istituzioni e volontariato, ad evitare frammentazioni e dispersioni. Solo così riusciremo ad avere comunità inclusive, dove nessuno, minore o anziano, disabile o povero, sia lasciato solo, in balìa delle proprie difficoltà".